Ennesima variazione su tema rapporto studente difficile/professore, del quale ricalca dinamiche e topoi, “Il campione” è la storia di una talentuosa testa calda, un giovane fuoriclasse della Roma, e il professore chiamato a raddrizzarlo, scelto dal presidente della società perchè avulso da qualsiasi interesse calcistico.
Il film dell’esordiente Leonardo D’Agostini non fa nulla per deviare dai clichè del genere, dal naturale iter da sempre seguito da storie del genere (iniziale incomprensione, comprensione, affetto, delusione, riappacificamento) alla mutualità del rapporto, con il professore che finisce inesorabilmente con l’avere anch’egli qualcosa da imparare dallo studente.
Nonostante ciò, i personaggi sono così simpatici e ben recitati e la storia così dolce, che è difficile storcere il naso fino alla fine. Tanto che sul finale, emozionandoci sinceramente sulle note di “Special Needs” dei Placebo, viene da perdonare anche le scene sportive piuttosto incartate e l’uso insistito e fastidioso dei veri cronisti di Sky intenti a dare notizie posticce sul giovane calciatore (insomma, Di Marzio e le sue voci di mercato almeno nei film me li risparmierei).