Pubblicato il 19 novembre del 1994, “Spirito” è considerato da molti il canto del cigno della ditta Pelù&Renzulli. Il terzo album della tetralogia degli elementi (conclusasi con il successivo “Mondi Sommersi” del 1997) rappresenta la svolta rock-blues della loro carriera, dove la band ha saputo ritrovarsi dopo i toni rugosi di “El Diablo” e quelli cupi di “Terremoto”.
Per la realizzazione del loro settimo album, la band fiorentina ha fatto a meno della collaborazione dello storico producer Alberto Pirelli per affidarsi allo statunitense Rick Parashar (Pearl Jam, Temple Of the Dog) il quale ha impresso una accurato stampo sugli arrangiamenti del disco approfittando dello strabiliante stato di forma di Ghigo e Piero.
L’album, che in principio doveva chiamarsi “Serpente d’Asfalto” (per fortuna, così non fu) racconta attraverso l’elemento dell’aria i soliti temi di denuncia sociale, marchio di fabbrica della penna di Piero, anche se questa volta i toni sono meno aggressivi.
Il risultato è evidente. Un’atmosfera solare, aperta, che non snatura l’essenza della band, diventata oramai un duo, la quale riesce a far coesistere del tutto classici brani di stampo pure rock insieme a suggestioni “etniche” e “gypsy”. L’energico inno live dell’apertura de “Lo spettacolo”, oppure le distorsioni di “Ora d’aria” o, ancora, le scosse di “Diavolo Illuso” si sposano alla perfezione con il ritmo della bellissima “Lacio drom (Buon viaggio)”, ma anche con i rilassanti mandolini di “Tammuria”.
Se “La musica fa” inizia con un accattivante riff acustico iniziale, tipico da falò sulla spiaggia, per poi slanciarsi nel sound hard-rock targato Litfiba, la title track ci conduce con freschezza e leggerezza al di là delle nuvole, mentre il sound incantato di “No frontiere” ci proietta oltre le stelle adagiandosi in una sorta di stasi nella quale si odono le note provenienti dalla cantilena “Suona fratello”, fino alla terrena ed inquietante “Telephone blues”.
Ma la regina del disco è lei, “Animale di zona”, una ballata sopraffina dal testo ispirato e maturo, cantata divinamente da Piero. Insomma, uno di quei pezzi dal quale non si può fare a meno di riprodurre in repeat.
“Spirito” è un album che non stanca mai, un ritratto sempre fiorente ed attuale, la più azzeccata e completa celebrazione dell’aria che i fiorentini potevano mai creare. La rotta intrapresa con l’album è differente dagli irripetibili capolavori new wave contenuti nella trilogia del potere, ma il materiale è di elevatissima qualità tanto da poterlo considerare plasticamente come uno dei manifesti del pop-rock italiano degli anni novanta.
Litfiba ““ “Spirito”
Data di pubblicazione: 19 novembre 1994
Tracce: 11
Lunghezza: 45:02
Etichetta: EMI
Produttori: Rick Parashar, Litfiba
Tracklist:
1. Lo spettacolo
2. Animale di zona
3. Spirito
4. La musica fa
5. Tammùria
6. Laciodrom (Buon viaggio)
7. No frontiere
8. Diavolo illuso
9. Telephone blues
10. Ora d’aria
11. Suona fratello