In tempi non sospetti avevamo già messo gli occhi addosso a questi brummies che rispondono al nome di Ivory Wave, apprezzandone soprattutto la capacità di rievocare quelle atmosfere squisitamente 90’s, brit e baggy che ancora scaldano cuore e attivano di nervi di tantissima gente anche al di fuori dei confini albionici.
Ora per George, Connor, Luke, Seb e Rob è finalmente tempo del primo EP, “Dream Nights”, uscito lo scorso 8 Novembre, e che annovera tra gli altri Matt Terry (The Prodigy, You Me At Six) in cabina di produzione e Adrian Busby (Foo Fighters, Muse, Everything Everything) al missaggio.
La prima traccia “The Middle” più che un brano, è una dichiarazione d’intenti: tempo di premere play e Shaun Ryder si impossessa del cantante George Johnson e sembra di essere tornati ai tempi in cui The Haà§ienda era una sorta di centro del mondo.
“Uptown” (che avevamo già avuto modo di plaudire qua) conferma il sentiment, mettendo comunque in luce il lato più giovanile e spensierato dei ragazzi (che di fatto, pur sempre ragazzi sono…) trainato da un ritornello dei più orecchiabili.
“Pale Moonlight” sposta il calibro su ambientazioni più acid house e funkeggianti, mentre “Weigh Me Down” tra tastiere, fiati, un na-na-na-na dei più popedelici, ed una sezione ritmica mangetica fatta di un basso ammiccante e un tamburellare incalzante, pare creata al solo fine di attivare nervi e far ballare.
La chiusura è invece affidata a “Young Blood” che attacca con accordi di elettrica nervosa e quasi dissonante per poi deflagrare in una supernova sonica con la batteria che si mette in luce tra rullante e ride, e pure un coro gospel a dare epicità alla seconda metà .
I palazzetti si riempiono, l’attenzione sale: certo, gli anno novanta sembrano lontani, come ancora lontani sono la perizia e il mestiere dei mostri sacri a cui si ispirano. Ma gli Ivory Wave stanno per il momento giocando sullo slancio, quindi chissà cosa potrà accadere nel futuro, e nemmeno troppo lontano.