Decisamente incasinata Birmingham il sabato, ma il traffico pazzesco della città delle Midlands non ci spaventa e raggiungiamo a piedi la O2 Academy che oggi, nella sala 2, ospiterà un triplo concerto dalle altissime aspettative che vedrà alternarsi sul palco Fresh, Sløtface e PUP.
I seicento posti della venue inglese sono sold-out e la serata sembra essere una di quelle roventi, nonostante la pioggia e il freddo che ci aspettano fuori.
Qua, al contrario che in Italia, i concerti iniziano presto e puntuali e infatti i Fresh si presentano sul palco alle sette e tre quarti precise: la band londinese ha pubblicato lo scorso giugno, via Specialist Subject Records, il suo secondo LP, “Withdraw”, e lo presenterà stasera ai fan delle West Midlands.
Il gruppo pop-punk londinese, nella mezz’ora a sua disposizione, non delude le aspettative e sfrutta la sua slot nel migliore dei modi, portando energia, canzoni fresche e pulite (la vecchia “Get Bent” puo’ essere un esempio) e melodie accattivanti. Le carte in regola per ottenere maggiore visibilità ci sono tutte e noi speriamo che tornino presto in Italia, dopo la graditissima apparizione dello scorso anno.
E’ poi la volta degli Sløtface, che a fine gennaio pubblicheranno il loro secondo LP, “Sorry For The Late Replay” e questo tour a supporto dei PUP sembra ideale per iniziare a testare le nuove canzoni on the road.
E’ proprio il nuovissimo singolo, “S.U.C.C.E.S.S.”, ad aprire il loro live: subito arriva la prima bomba in faccia, che viene bissata dall’energica “Sponge State”, title-track di un EP uscito nel 2016, e vede il bassista Lasse Lokøy lanciarsi in mezzo al calorosissimo pubblico di Birmingham, in quello che sarà solo il primo dei tanti tuffi di oggi.
Non mancano mai le giuste sensazione melodiche e il livello di adrenalina si fa decisamente elevato tra la folla e anche sul palco: ci pensa la frontwoman Haley Shea a rallentare un po’ il ritmo con alcuni brani più riflessivi, tra cui la vecchia “Galaxie” (una vera delizia!), ma la doppietta finale, composta dal recente singolo “Telepathetic”, incredibilmente catchy ed eccitante (il suo ritornello live è una bomba!), e da “Nancy Drew”, scalda nuovamente il pubblico inglese a dovere.
Sono le nove e tre quarti, invece, quando iniziano a suonare i PUP, headliner della serata, passati anche da noi qualche giorno fa, con un concerto sold-out al Circolo Ohibò di Milano.
La band punk-rock, che abbiamo intervistato via telefono quest’estate subito dopo il suo concerto alla Bay Fest di Bellaria Igea Marina (RN), ha pubblicato il suo terzo LP, “Morbid Stuff”, lo scorso aprile e il suo tour europeo sta andando a gonfie vele, come dimostrano ampiamente anche i risultati ottenuti stasera qui a Birmingham.
Ad aprire la serata ci pensano subito le melodiche chitarre di “Morbid Stuff”, title-track del nuovo LP: è solo l’inizio di un vero e proprio trionfo perchè per i prossimi sessantacinque minuti la gente canterà interamente ogni brano insieme a Stefan Babcock e compagni, tanto che il frontman a un certo punto può anche scherzare dicendo: “Ho qualche problema alla gola, ma non mi preoccupo, vero? Se non ce la faccio, ci pensate voi?”
Impossibile resistere alle chitarre di “Kids” e a quei suoi cori che, nella versione live, diventano ancora più catchy, e alle sue ottime melodie: è il delirio, la folla salta, balla, si muove, fa crowdsurfing e spesso anche i componenti della band di Toronto seguono il auo esempio.
Totale delirio per “Free At Last”, dove il drumming di Zack Mykula si fa davvero imponente, mentre i suoi cori esaltano ulteriormente il pubblico delle Midlands.
Anche “Dark Days”, uno dei pochi estratti dal loro omonimo album d’esordio, seppur decisamente più morbida e riflessiva rispetto alle canzoni che l’hanno preceduta nella setlist odierna, riesce a trasmettere energia alla folla.
La successiva “Scorpion Hill” inizia malinconica con il solo Babcock accompagnato dalla sua chitarra, ma poi sa esplodere ed eccitare in più occasioni, cambiando comunque il suo tono e il suo volto numerose volte nel corso dei suoi cinque minuti e la conclusione migliore non poteva che vedere il frontman tuffarsi in mezzo ai fan.
Ancora un’altra bomba che porta il nome di “Reservoir”, cattiva, intensa, punk, quasi hardcore, prima di lasciare spazio alla doppietta finale e indescrivibile “If This Tour Doesn’t Kill You, I Will” e “DVP”, che aggiunge altra benzina su un fuoco ormai rovente da tempo: non ci rimane che lasciarci andare e ballare e saltare come tutta la folla, usando le ultime energie rimaste.
Difficile raccontare serate come queste: abbiamo visto tre band impegnate e capaci di rilasciare messaggi importanti, sia con le proprie canzoni che durante i loro set, ma altrettanto brave a disegnare splendide melodie e a farci divertire ogni volta. Giù il cappello per Fresh, Sløtface e PUP. Thank God, punk is not dead!
Hayden Schiff from Cincinnati, USA [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons