Dopo il concerto di FKA Twigs di ieri sera si ritorna già in pista per la data milanese degli Hot Chip, in tour per presentare il loro settimo album “A Bath Full Of Ecstasy”.
Suoni sintetici ma assolutamente accomunabili ad una scena old school, la denominata indietronica che spopolava negli anni zero, di cui il gruppo inglese è stato uno dei punti cardine, più da dancefloor che da ascolto; una carriera già lunghissima e ricca di soddisfazioni, anche in versione remixer per artisti importanti. Sono a tutti gli effetti un gruppo storico dell’underground mondiale.
Come detto sopra in giro a suonare le ultime canzoni, di un disco nuovo che non ha affatto deluso, ritrovando i fasti di un tempo, dopo il mezzo passo falso del precedente lavoro “Why Make Sense?” del 2015, grazie anche al lavoro in cabina di regia di Philippe Zdar metà dei noti Cassius, scomparso tragicamente il 19 Giugno, due giorni prima del lancio di questo lavoro e del comeback degli stessi Cassius.
Di fatto, gli Hot Chip sono ritornati ad essere un gruppo di pop elettronico, quello che sono sempre stati, con una buona scrittura di fondo a supportare le scelte danzerecce. L’attitudine indie fa si che: ok i computer, ok i sinth ma sul palco si portano anche gli strumenti acustici: batteria, basso, chitarre, percussioni, una backline completa, c’è chi fa tutto con un portatile, chiamiamole scelte generazionali. Dopo il warm up affidato all’interessante e giovanissima band a moniker AlaskaAlaska in apertura per una manciata di brani, Hot Chip on stage in orari londinesi alle 20,45 spaccate.
Capitanati da Joe Godbard e Alex Taylor, sette musicisti immersi in un set coloratissimo dove convivono attitudine nerd, cura maniacale dei suoni e spensieratezza per un concerto molto divertente qui per far ballare e sorridere, il pubblico non poteva che rispondere alla grande. Si parte in sordina per venire fuori alla distanza, da “Flutes” in poi, buttando sul piatto pezzoni come “And I Was A Boy From School”, “Over And Over” e una gigantesca “Ready For The Floor” (Probabilmente il loro brano più famoso), apprezzatissimo anche il tributo agli immensi Beasty Boys con una “Sabotage” in perfetto crossover, chiude i bis una dilatata “I Feel Better”. Aspettative non altissime per un live che invece è stato molto coinvolgente con la giusta dose di ironia per un set lungo il giusto, letteralmente volato.