Con i Death in Vegas a dosaggio minimo (di anno scorso però il singolo “Honey” featuring Sasha Grey), ecco che il dominus Richard Fearless, al secolo Richard Maguire, se ne esce con il proprio primo lavoro sulla lunga distanza, “Deep Rave Memory”, prodotto tramite la propria etichetta Drone.
Autentico e navigato professionista del settore, Fearless non è certo uno che ha bisogno di lezioni, ma non è nemmeno tipo da rimanere fermo sulle sue senza farsi influenzare dal mondo esterno: sperimenta con curiosità , vuole e sa come spingersi sempre più in profondità , con padronanza pressochè totale dei mezzi. Non si ferma a quanto di buono ha fatto con i DiV che gli avrebbe verosimilmente permesso di passare il resto della carriera alla cassa sull’onda delle regole commerciali di mercato, ha bisogno di esplorare, di scavare, di buttare sul piatto quanto più possibile, istintivo e sanguigno com’è. Ma è pure razionale, e dotato di gusto e talento, il che rende la stanza sonora piena sì di cose, di stile pure distante le une rispetto alle altre, ma senza il rischio del trop meublè.
Difatti, l’LP si apre con la lunga, ambientale ed argentina “Vision of You”, prima che i kick e i bassi di “New Prespective” trovino il loro incastro e riattivino il sistema nervoso, con un incedere pulsante in cadenzata progressione: è il preludio a “Devil on Horseback” che invece mette in mostra i primi muscoli tra beat spigolosi e corrosivi, rendendo l’aria techno ed ad alta gradazione d’acido, che in (à§a va sans dire) “Acid Angels” con il suo arricchirsi in corsa porta all’eccellenza l’atmosfera rave.
La titletrack, poi, è un capolavoro: parte risucchiando lenta e claustrofobica verso il climax dell’album tutto. Evocativa, ipnotica, kraut a puntino, un trionfo trance sintetico.
Il risveglio è demandato a “Atlas of Insanity”, istintiva, frenetica, elettrolitica, una tempesta techno della più coinvolgente. Gioca molto sul saliscendi emozionale, Fearless: perchè subito “Driving with Roedelius” (la dedica è al tedesco Hans-Joachim Roedelius, ultra-ottantenne pioniere IDM) calma le acque e riporta il tutto su lidi più miti ed ambientali, prima che la chiusura di “Broken Beauty”, che si muove in una cornice sonora in apparenza decadente e cupa, giochi su impulsi chill, sincopati e breakbeat e pennellate che disegnano invece sfondi parabolici ed avvolgenti.
“Deep Rave Memory” è un viaggio avvincente, che conferma, ce ne fosse bisogno, Richard Fearless come peso massimo del compartimento insieme a nomi probabilmente più acclamati, e non in secondo piano in termini di spessore e rilevanza nel panorama della musica elettronica del secolo in corso.