Nata a Galway, nella parte ovest della Repubblica D’Irlanda, Majia Sofia si è trasferita già da parecchio tempo a Dublino per cercare di sviluppare la sua carriera, trascorrendo poi anche per un paio d’anni a Londra, prima di ritornare nuovamente nella capitale irlandese.
Dopo aver realizzato un EP e una manciata di singoli e dopo qualche apparizione a festival importanti e alcune aperture per artisti di classe come Joan As Police Women, Julien Baker e Adrian Crowley, il mese scorso è arrivato questa attesa prima prova sulla lunga distanza, realizzata dalla interessante indie-label londinese Trapped Animal.
Nella grande onestà del suo disco dalle atmosfere folk piuttosto buie, Sofia racconta di donne che erano state sottovalutate e ritenute poco importanti nella storia: se vogliamo citare un paio di esempi, la musicista irlandese parla di Edie Sedgwick, musa di Andy Warhol, o di Bridget Cleary, uccisa dal marito Michael, che pensava fosse stata catturata dalle fate.
In “Hail Mary” poi Majia ha il coraggio di contrastare la potente chiesa cattolica irlandese, denunciando la sua ipocrisia per quanto riguarda la sessualità , mostrando invece un volto umano e vulnerabile di Maria.
“Bath Time” è un disco che sa emozionare e regalare sensazioni sognanti, cupa, ma anche capace di farci riflettere su temi dolorosi e difficili: per la giovane folk-singer irlandese arriva una giusta promozione e la speranza è quella di vederla presto su palchi importanti. Intanto attendiamo il suo arrivo in Italia nella prossima primavera.