Una piccola introduzione di carattere storico è necessaria essendo la prima volta che ci occupiamo di questa band. Fondata nel 2007 ad Atlanta da Jack Sobel (voce e chitarra) e John Kolbeck (chitarra) dopo aver incontrato e conosciuto Mark Burgess, allora in tour con la sua band The Chameleons. I Chameleons, post-punk band di base a Manchester, negli anni ’80 godeva di una più che dignitosa considerazione. L’incontro con i due musicisti americani avvenne quindi durante il tour che seguiva la reunion del gruppo britannico. Jack Sobel era un grande fan della band mancuniana e non perse l’occasione per invitare i suoi idoli nel proprio ristorante messicano (al tempo aveva smesso di suonare) e sfruttare l’occasione per consegnare loro qualche demo. Da cosa nasce cosa e Burgess divenne parte del gruppo con il quale partecipò attivamente nella scrittura dei primi tre album prima di abbandonare per il suo nuovo gruppo, i ChameleonsVox.
Nel frattempo altri componenti dei Chameleons si unirono come “collaboratori”, il compianto John Lever, prestato come batterista per alcuni tour e, per concludere, il chitarrista Dave Fielding che ha sostituito John Kolbeck nell’ottavo e ultimo album della band “Vita Eterna”. L’influenza dei suoni di Manchester ed in particolar modo dei Chameleons ben si fondono con il chitarrista della band cui Jack si ispira. I brani erano pressochè ultimati. Fielding ha raggiunto Sobel ad Atlanta e nel corso di una settimana ha completato la base dei pezzi con il suo tipico stile. Una curiosità riguarda la scelta del titolo in lingua italiana: la madre di Sobel è siciliana come è italiano il loro nuovo manager, Alex Dematteis.
Rispetto agli album precedenti notiamo la presenza di tre voci femminili, anche se, francamente parlando, definirle backup vocalist è presuntuoso visto il pochissimo spazio a loro dedicato. Se si eccettua il brano “Happy” con il suo basso saltellante, la chitarra tagliente e la voce da rocker arrabbiato di Sobel, il resto dell’album scorre sui binari che sono caratteristici della band. Un susseguirsi di brani molto simili tra loro, una timida sezione ritmica (solo il minimo indispensabile), chitarre e melodie piuttosto ovvie e prevedibili e la voce da crooner di Sobel che non si scosta mai dalle poche tonalità che gli sono congeniali. Un brutto album quindi? Tutt’altro! Sembrerà strano ma se questa è la prima impressione che ho avuto ascoltando inizialmente questo disco devo ammettere di essermi profondamente sbagliato. “Vita Eterna” è una raccolta di piccole gemme che vanno scoperte poco per volta. I brani mostrano la loro bellezza con l’ascolto e le melodie scontate assumono una nuova veste se incastrate con il suono degli strumenti, che a loro volta diventano territorio di nuove scoperte. I gruppi di riferimento di Sobel & Co. si conoscono, Joy Division, Bauhaus, Wire, Echo & the Bunnymen ed ovviamente i Chameleons. La musica dei BSL si è fermata a quei tempi ma non deve necessariamente essere un punto negativo. “Vita Eterna” è un album che mantiene alto lo standard di una band che meriterebbe più attenzioni per tutto quello che ha saputo creare in questi anni.