Meritevoli d’attenzione questi quattro ragazzi di Chicago che rispondono al nome di Hazy Seas.
L’approccio è volutamente lo-fi (per la creazione dell’album è stato infatti usato un registratore 8 tracce) a dare il maggior senso possibile di autenticità , ma le ambientazioni sonore spaziano dal new rock newyorchese anni 2000 (non sarà difficile sentire echi di Interpol e Bloc Party) alla new wave anni ’80, passando per atmosfere più dreamy e tintinnati, laddove la sezione ritmica spesso percorre invece binari dei più post-punk, come quelli più meccanici a trazione drum machine: questo comunque non inficia l’organicità del lavoro, che ha una sua identità e una sua essenza, ben lontana dal pastiche sonoro. In primo piano, però, sempre la voce di Alec H come a sfidarsi con la chitarra di Jack K, con quest’ultima che sembra volere incedere sorniona in alcuni momenti, graffiare più angolare in altri.
Il tocco ai ragazzi americani non manca: e allora, sì, perchè non dargli una possibilità .