è stato un bene che la campagna di crowdfunding lanciata dai Partinico Rose sia andata a buon fine, in quanto ha consentito alla band siciliana di confezionare il suo primo full-length, “Songs for sad and angry people”.
Già perchè l’album del debutto suona alla grande e ci piace. Anticipato dal singolo “Slave of time”, il disco è uscito il 6 dicembre scorso e ripercorre, nelle dieci tracce di cui si compone, un validissimo approccio post-punk nella sua più riuscita declinazione dark-wave. La compagine di Ragusa composta da Vincenzo Cannizzo (voce e chitarra), Carlo Schembari (batteria e synth), Massimo Russo (basso) e Martina Monaca (violoncello) ha deciso di divulgare la propria arte sonora a persone malinconiche e arrabbiate, ora sbattendo in faccia brani impetuosi come “The revenge” o la citata opener, ora evocando il gotico di Cure memoria con “I’m looking for a job”, ora allietando con brani più introspettivi come “The end of summer” oppure con “Rehab from you”, dove un calzante violoncello aggiunge lustro al già ottimo sound.
L’impalcatura musicale è senz’altro degna di nota e porta con se una buona fattura degli arrangiamenti, il tutto completato da un cantato che ben si attanaglia tra gli accordi dei brani.
La strada è quella giusta.