Ci sono dischi d’esordio che mettono quasi tutti d’accordo, come il primo della cantautrice irlandese Aoife Nessa Frances. Album del mese su Uncut e del giorno su Bandcamp, ottimi voti da Mojo e The Irish Times, tanta curiosità e paragoni importanti (da Nico a Cate Le Bon fino ai Pentangle) per una musicista che ha iniziato suonando il flamenco da ragazzina prima che un infortunio alla mano la spingesse a trovare modi diversi di usare la chitarra.
Cresciuta a Dublino vicino all’oceano, si è circondata di amici fidati (Cian Nugent a basso, chitarra e arrangiamenti, Brendan Jenkinson alle tastiere, Brendan Doherty alla batteria, Ailbhe Nic Oireachtaigh agli archi) per creare il mondo di “Land Of No Junction”, sospeso tra folk e psichedelia. Nove brani nati in acustico e rielaborati con grazia e pazienza, che raccontano l’Irlanda e il mondo di oggi attraverso gli occhi di una donna e delle donne.
“Less Is More” è la parola d’ordine di un disco che non esagera, non calca mai la mano ma sceglie la strada di un affascinante equilibrio tra melodie semplici ed arrangiamenti ricercati, evidente soprattutto in “Blow Up” (titolo ispirato all’omonimo film di Antonioni) e “Libra” che porta indietro l’orologio fino agli anni sessanta a suon di vibrante pop psichedelico. Un sound che ben si sposa con i brillanti virtuosismi armonici di “In The End” e l’eleganza di “Heartbreak”.
Femminilità , mistero, ambiguità , l’incertezza abbracciata come piccolo passo per arrivare a qualcosa di vero e concreto. La voce rotonda, matura, dolce e consapevole di Aoife Nessa Frances può servire per farsi strada in tempi bui, senza illusioni nè promesse ma con la certezza di essere meno soli. “I’m here in the dark to meet you again “…“.
Credit foto: Cait Fahey