Attesissimo (dal sottoscritto) l’esordio sulla lunga distanza della band di Lili Trifilio non possiamo dire che deluda, ma non riesce nemmeno ad alzare l’asticella per andare oltre al livello di un 7 in pagella. I Beach Bunny non si complicano la vita. L’andazzo è quello previsto, in bilico tra caramelle pop-punk e andamenti più ciondolanti e tranquilli. Non sempre la penna melodica traccia però (come invece era accaduto nei singoli apripista) parabole melodiche memorabili, pur dimostrandosi sempre piacevole, sopratutto in “Colorblind” che lavora bene nel variare sensazioni e ritmo nei 2 minuti e 26 secondi di canzone.
Lili mette in campo la sua scrittura senza grossi fronzoli, che funziona sempre benino, anche quando il contorno si fa decisamente spartano (“Racetrack”). I testi sono immediati, tra confessioni, moti d’orgoglio o incazzature giovanili, in bilico tra dispiaceri e possibili speranze che potrebbero essere dietro l’angolo. Pagine di diario che, a 23 anni, possono anche suonare un po’ poco corpose.
Insomma, posso dire che forse mi aspettavo qualcosina in più?