Arriva da Los Angeles il quintetto dei Draag, capitanato da Adrian Acosta, che, all’inizio era unico responsabile di tutto. Poi strada facendo si sono aggiunti anche Jessica Huang, Nick Kelley, Ray Montes e Shane Graham. La band quindi prende il via nel 2013, ma il primo EP “Nontoxic Process” è del 2018.
Da pochi giorni è uscito “Clara Luz”, nuova fatica sulla breve distanza, che ancora conferma la bravura della band a muoversi su sentieri decisamente atmosferici, mescolando con spaienza profumi shoegaze e dream-pop a un gusto leggermente più elettronico.
La band, rispetto al precedente EP, ha alzato sicuramente il volume delle chitarre, pur riuscendo a essere ancora in grado di creare mondi e paesaggi dilatati. In un brano come “Alternative Privilege” emerge il lato più fisico, mentre ecco che l’aspetto più etereo arriva subito dopo con “Trauma Kit”, anche se quella passeggiata nelle nuvole così bucolica viene sporcata dall’errivo di una base elettronica che scombina decisamente le carte assieme a una chitarra lontana che entra in campo. I Draag sono così, non ci si può fidare. “Gee” parte solida e carica, con una bella chitarra distorta, ma poi ecco che tutto cambia e diventa più dolce. “Around My Fear” potrebbe appartenere ai Chapterhouse del secondo album, mentre “Baby Fog” lavora ottimamente su un ritmo di batteria che si spezza e riappare, mentre gli arpeggi di chitarra si fanno via via più corposi e le voci si mantengono eteree. “Ghost Leak” mi rimanda agli anni ’90 dei Catherine (secondo album), se qualcuno li ricorda ancora.
Capirete che ci troviamo di fronte a un gruppo che ha diverse carte in mano e le sa giocare con cura e attenzione. Un gran bell’EP!!