A due anni esatti dall’album “Official Body” il pop-punk trio londinese Shopping torna con la quarta fatica “All or Nothing”. Un titolo che sembra indicarci una presa di posizione netta, nessun compromesso. E in effetti la nuova direzione intrapresa inizia con il cambio di produzione. Lasciato Edwyn Collins, l’ex leader degli Orange Juice, che aveva prodotto il precedente album, Rachel Aggs & Co. si sono gettati fra le braccia di Nick Sylvester che ha giocato un ruolo non secondario, modellando i suoni della band verso sonorità synth-pop che, come volpi affamate in un pollaio, si erano già insinuate in alcuni brani di “Official Body”.
Non ci sorprende quindi questo utilizzo di tastiere che trovano il loro spazio senza snaturare il suono della band, il dance-punk molto ritmato e veloce caratterizzato dalla chitarra pimpante di Rachel il cui stile si fa subito ben riconoscere sin da “All or Nothing”, brano che apre l’album. “Lies” è un episodio dove possiamo scoprire un lato differente e più moderato nei ritmi dove la chitarra concede il palcoscenico all’elettronica e la successiva “Expert Advise” fa centro per la bella linea melodica con il duetto vocale molto B-52s. Molto bello lo spazio musicale che “About You” concede al fraseggio e ai ricami della chitarra di Aggs che si insinua tra le note di basso di Billie Easter e il ritmo dettato da Andrew Milk.
è sempre stata la caratteristica principale di questa band: i tre strumenti percorrono sentieri separati, tra riff, ritmi anche motorik, linee di basso sempre fantasiose e poco geometriche che si uniscono alla perfezione con le voci di Rachel e Billie che fanno da collante a tutto ciò. Il contributo alla produzione di Sylvester non si è limitato al solo innesto di synth, come il Moog nel ritornello di “Initiative”, ma ha contribuito a rendere la band più malleabile e aperta alla sperimentazione che in questo album si è manifestata in atmosfere e suoni più pop.
Anche se impegnati in vari altri progetti (Aggs in Trash Kit e Sacred Paws, Easter in Wet Dog, e Milk in Current Affairs) e aver trovato casa lontano da Londra, la band ha svolto un ottimo lavoro. Non allontanandosi dalla loro linea compositiva ma arricchendola con un tocco di elettronica ha centrato l’obiettivo, un sound danzereccio ma suonato con classe, bravura e competenza.
Credit Foto: Glashier