A neanche un anno di distanza dalla pubblicazione dell’ottimo “[DETENTION]”, tornano a farsi vive le ShitKid. Il duo scandinavo, composto dalla cantante/chitarrista à…sa Söderqvist e dalla cantante/bassista Lina Molarin Ericsson, rompe un silenzio durato appena otto mesi con un nuovo album intitolato “Duo Limbo”‹/”‹Mellan himmel ॠhelvete”.
Ma”…siamo sicuri che si tratti di un vero e proprio nuovo album? Dura appena ventisei minuti! Forse sarebbe meglio considerarlo una specie di EP in versione maxi. Le tracce sono dieci, ma non fatevi ingannare: ci sono dei doppioni. La seconda metà del disco, infatti, è occupata da versioni in svedese dei primi cinque brani della lista. Senza ombra di dubbio, si tratta di una scelta particolare e interessante; ma non è che aggiunga moltissimo al discorso.
Come se non bastasse, le posizioni numero tre e otto del lavoro sono occupate da una semplice frase di quattro secondi (“should i go get some beer or what?”). Per farvela breve: alla fine della giostra, vi ritroverete tra le mani un full length che a malapena supera i dieci minuti. Quando si dice allungare il brodo! Alle ShitKid, però, possiamo perdonare davvero tutto. Sono giovani, hanno talento e godono della stima di tanti colleghi importanti.
Volete qualche esempio? I nomi li trovate tra i credits di questo disco. Registrato tra Austin e Los Angeles nella primavera del 2019, “Duo Limbo/Mellan himmel ॠhelvete” gode della collaborazione di personaggi del calibro di Paul Leary (Butthole Surfers), Josh Freese (A Perfect Circle, Nine Inch Nails) e dei due membri storici dei Melvins, ovvero il chitarrista Buzz Osborne e il batterista Dale Crover. Ospiti di un certo livello che, pur portandosi dietro un bel carico di esperienza, non intaccano minimamente lo spirito punk e lo-fi delle irriverenti ShitKid.
Poche le differenze stilistiche rispetto a “[DETENTION]”. L’orecchio, infatti, continua a essere rivolto verso il grunge e l’alt rock degli anni ’90 più sporchi e ruvidi. Tra fugaci incursioni nel garage (la satura “Get jealous”) e scappatelle nell’hard rock più muscolare e pompato (“Eagles Over America”), lo scettro di migliori canzoni in scaletta se lo portano via le deliziosamente melodiche “Feels like the movies” e “Anger MGMT”. I livelli sono abbastanza alti, il futuro è roseo ma, ancora una volta, sono solamente quattro canzoni nuove. Gustatevelo come fosse un ottimo antipasto; d’altronde, come già scritto, garantiscono fior fiori di artisti.
Credit foto: Milkdrop Studio