Sembra passata una vita da quel “Crazy For You” che, esattamente dieci anni fa, ci fece conoscere i Best Coast. Per gli amanti del jangle pop più solare e dalle variopinte sfumature “’60s, fu come mandare giù del nettare divino: una piccola delizia per le orecchie. A un certo punto, però, qualcosa deve essere andata storta per Bethany Cosentino e Bobb Bruno. Una virgola fuori posto e il ponte, anche se in maniera quasi impercettibile, ha iniziato a scricchiolare.
Chiamatela un po’ come volete: crisi d’identità , mancanza di idee veramente interessanti o, più semplicemente, furbizia spacciata per desiderio di cambiare sound. Sta di fatto che, pur di restare a galla dopo il fulminante debutto, il duo losangelino le ha provate davvero tutte: dall’alt country di “The Only Place” al corposo e moderno power pop alla base di “California Nights”, non si sono fatti scappare praticamente alcun trend musicale dell’ultimo decennio. Raccogliendo risultati non molto soddisfacenti a dirla tutta, visto che ogni loro nuovo album registra posizioni sempre più basse nelle classifiche statunitensi e inglesi.
“Always Tomorrow” potrebbe essere il disco che allontanerà definitivamente dai riflettori i Best Coast. Le undici canzoni in lista, pur essendo spesso gradevoli e orecchiabili, confermano il declino creativo di una Bethany Cosentino che, per sua stessa ammissione, ha sofferto per un po’ di tempo di un preoccupante blocco dello scrittore. Una difficoltà non ancora superata del tutto, a giudicare dal livello medio di queste composizioni.
La principale pecca, tanto per cambiare, è la totale assenza di elementi originali nella proposta dei due californiani. Ascoltando con attenzione, ogni singolo brano potrebbe farvi venire in mente qualcos’altro: si va dal frizzante power pop alla New Pornographers di “Different Light” all’evidente tributo a Joan Jett contenuto in “Everything Has Changed”, passando ancora per una intro di batteria rubata ai Blur di “Song 2” (“Make It Last”) e un’innocua ballad dal sapore vintage, allegramente scopiazzata dal Ben E. King di “Stand By Me” (“True”).
“Always Tomorrow” si differenzia dal precedente “California Nights” quasi esclusivamente per qualche timidissima strizzata d’occhio alla new wave (“Used To Be”, “Graceless Kids”) e le leggere atmosfere “’80s che contraddistinguono la fastidiosissima “For The First Time” e l’ottima “Wreckage”, senza ombra di dubbio il miglior episodio in scaletta. Quaranta minuti che non lasciano il segno ma scorrono via in maniera abbastanza piacevole. Cinque anni di silenzio potevano essere più che sufficienti per realizzare un album meglio di questo; tuttavia, detto con grande sincerità e un pizzico di dispiacere, non credo si possa chiedere di più ai Best Coast di oggi. Sopravvalutati?
Credit Foto TheArches from Scotland / CC BY