Sono passati parecchi anni da “Teeth Dream”, l’ultimo album in ordine cronologico degli Hold Steady: lo scorso agosto, però, ci ha portato il loro settimo LP, “Thrashing Trough The Passion” e finalmente, dopo alcuni anni di tentativi vani, riusciamo a comprare il biglietto per uno dei loro concerti della loro residency londinese, diventata ormai una tradizione.
La crisi del coronavirus ha incominciato purtroppo a imperversare qui da noi in Italia, ma nel Regno Unito la situazione è ancora molto tranquilla, sebbene la consapevolezza di un caos imminente sia ben presente nella mente dei cittadini inglesi: la vita sta proseguendo in maniera abbastanza normale a Londra e chi scrive è ancora uno dei pochi che indossa la mascherina (sempre nella speranza che possa servire a ripararci dal virus).
L’Electric Ballroom, storica venue situata a due passi (due!) dalla stazione della metropolitana di Camden Town, è sold out da settimane per questa seconda serata in compagnia della band capitanata da Craig Finn e, per aggiungere altra bellezza a un appuntamento già molto atteso, negli ultimi giorni si sono aggiunti i nostri favoriti Martha come opening act.
Dobbiamo ammettere che la sala del locale londinese è già molto piena sin da subito, ma i Martha non si fanno impressionare e portano un assaggio della loro musica ai tantissimi presenti: già a partire dall’iniziale “WrestleMania VIII” l’eccitazione è visibile sia sui volti dei musicisti di Durham che su quelli del pubblico.
Siamo davvero molto felici che una band proveniente dal mondo indie-pop DIY possa raggiungere palchi di questa caratura e possa far conoscere le proprie canzoni anche a un’audience più vasta della sua abituale.
Le chitarre rombano e ci fanno esaltare, mentre i quattro ragazzi del nord est dell’Inghilterra si dividono equamente i main vocals: pezzi come “Goldman’s Detective Agency”, “Love Keeps Kicking”, title-track del loro ottimo terzo album, uscito lo scorso anno per Big Scary Monsters, o la conclusiva “The Void” diventano piccoli inni e a noi non resta che lasciarci trascinare dal ritmo e dalle splendide melodie create con sapienza dai Martha.
Alle venti precise (sì, avete letto bene l’orario!) salgono sul palco gli attesissimi Hold Steady e quello che segue non sarà una presentazione del nuovo disco, bensì una celebrazione della loro intera carriera con brani estratti da quasi tutti i loro LP.
Si comincia con la vecchissima “Stuck Between Stations” da “Boys And Girls In America” (2006) ed è subito una festa rock n roll per l’esaltazione dei fan: le chitarre ci portano in paradiso, supportate dal piano di Franz Nicolay, la freccia in più nell’arco del gruppo statunitense, mentre Craig Finn si muove come un dannato sul palco senza la benchè minima intenzione di fermarsi per un momento, cercando sempre di allungarsi verso il pubblico, come a voler formare un’unica entità tra palco e parterre.
La festa prosegue su territori dell’Americana con la bellissima “You Can Make Him Like You”, che in più momenti emana profumi springsteeniani e anche qui Nicolay, che senza baffi sembra molto più giovane dei suoi 42 anni, è uno dei protagonisti.
“Esther” calma un po’ la situazione con la sua eleganza e il prezioso sax che supporta la voce di Craig e lo aiuta a creare un maggiore senso poetico.
Si riparte, però, subito con un altro inno made in USA, quella stupenda perla chiamata “Sequestred In Memphis” dal loro quarto LP “Stay Positive” (2008): Finn continua a muovere le mani come se, attraverso di loro, volesse comunicare qualcosa ai propri fan, mentre il ritmo rimane alto ed eccitante.
“Lord I’m Discouraged” diminuisce nuovamente la velocità con la sua atmosfera riflessiva e i suoi sentimenti, ma è “Chips Ahoy!” a riportarci per l’ennesima volta a ritmi sfrenati con le sue chitarre rumorose, un drumming intenso e un coro a cui diventa impossibile resistere.
“Constructive Summer” prosegue sulla stessa riga ed emana fiumi di energia, ma il tocco della tromba e del sax arricchiscono il suo sound, mentre il preciso piano di Franz Nicolay disegna panorami interessanti e incredibilmente eccitanti.
I riff pesanti della chitarre di “Southtown Girls” incendiano ulteriormente l’Electric Ballroom, mentre noi appreziamo notevolmente l’assolo di armonica di Franz, ma la vera bomba della serata è quella “Your Little Hoodrat Friend”, che tutti i presenti amano così tanto.
Dopo qualche breve minuto di pausa ecco un sostanzioso encore che parte con la nuovissima “Feelers”, al suo debutto oggi, che ci conquista con la sua atmosfera riflessiva e i vocals passionali di Finn.
Ancora tre brani, dove i fiati giocano un ruolo molto importante, in particolare nella conclusiva “Killer Parties”, e poi la festa finisce: l’appuntamento è rinnovato al prossimo anno, sempre per tre serate, sempre qui a Londra.
Usciamo dal locale per ritrovare una Camden vivace di sabato sera e sì, l’Italia sta per chiudere le sue barriere all’esterno e siamo consapevoli che tempi duri ci aspettano, ma per stasera vogliamo riprendere il messaggio lanciato tanti anni fa dal gruppo di Brooklyn: “STAY POSITIVE”!