Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità un universo musicale sommerso. Ogni settimana vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…
Prende corpo veramente nell’estate del 2019 questo progetto a nome Tara, nato inizialmente come sfogo musicale del solo Saagar Kurani. Poi piano piano la band trova i pezzi mancanti e diventa una band vera e propria, per arrivare adesso alla sua composizione finale.
Il primo assaggio è “Second Guess” che lascia intravedere l’ottima mescolanza di passato e presente operato dalla band di New York. Le magie degli Slowdive guardano con affetto a profumi di stampo Beach House o Wild Nothing. Andamento morbido e caldo, mentre un dolce torpore ci assale.
Il secondo viaggio nel mondo dello shoegaze si chiama “Wander”. In questo caso sembra che il ritmo ci possa richiamare gente come Chapterhouse, mentre le voci si rincorrono, aiutate dall’andatura stratificata della chitarra. Altra delizia.
“Letting Go” è il terzo proiettile sparato dalla band che conferma di essere bravissima in questi mid-tempo onirici e magnetici. Splendido il lavoro ritmico a metà brano, che crea la sospensione raffinata su cui entra splendido il synth cristallino e poi ecco la chitarra, se questa non è magia, beh, ditemi voi come si può chiamare. Gli anni ’80 che ancora trovano i ’90, abbracciandosi per creare splendore.
Il climax ascendente della band, che sta sfornando davvero un brano più bello e convincente dell’altro tocca, per il momento, ovviamente, l’apice con l’ultimo singolo “Oceans”, che trova subito un giro di chitarra che dire affascinante è dire poco. Morbidissime trame Lush che s’incrociano con una sensibilità pop quasi alla Dubstar: da uscire in estasi dopo l’ascolto.
Per ora 4 canzoni bellissime! Avanti così ragazzi!