Formatisi nel 2017 a Dunedin, città  situata nell’isola meridionale della Nuova Zelanda, i Marlin’s Dreaming hanno pubblicato dopo poco il loro primo album, “Lizard Tears”, a cui è seguito l’EP “Talk On / Commic”, uscito l’anno successivo.

La settimana scorsa, invece, è arrivato il loro secondo full-length: registrato da Patrick Hill ai Roundhead Studios di Auckland, il disco è stato realizzato dalla stessa band neozelandese senza l’aiuto di alcuna etichetta.

Sin dalle prime note del disco rimaniamo subito colpiti dalla dolcezza dei vocals, dagli arpeggi solari e soprattutto da un’ottima melodia, uniti a un senso malinconico che a tratti sembra volerci riportare indietro negli anni ’80: inizia così il sophomore del gruppo di Dunedin, con la splendida “Cabbage Tree”, solo la prima di numerose delizie che ci aspettano in questi 42 minuti.

Il recente singolo “Alike” si divide tra momenti shoegaze decisamente più solari e altri cupi, che deviano su terreni post-punk, mentre la successiva “Lick The Brains” non nasconde le sue delicate influenze British a cui si aggiunge un leggero velo di psichedelia.

“Outristic” poi è divisa in due parti: la prima è in buona parte strumentale per poi permettere al frontman Semisi Maiai di appoggiare la sua voce su un tappeto sonoro piuttosto scarno e nostalgico, la seconda, invece, si sposta su territori shoegaze, mentre i vocals sono molto più decisi e in parte incazzati rispetto al resto del disco.

“Mr. Sun” infine ci grazia con un abbondante tocco di psichedelia dalla incredibile gentilezza e non possiamo che goderne a piene mani.

Un album che si lascia ascoltare con grande piacere, “Quotidian” è un album che pesca spesso nel passato, ma le sue melodie, la sua sensibilità  e quel sole che più volte appare all’interno delle sue canzoni ce lo fanno amare parecchio: i Marlin’s Dreaming non saranno certo dei rivoluzionari, ma sanno come disegnare un disco più che gradevole.