Esce quasi in modo “clandestino” il nuovo album dei simpatici Silver Sun. I londinesi, che in realtà in studio sono una vera e propria emanazione del solo James Broad, si rifanno vivi con il piacevole album “Switzerland” che conferma la felice vena creativa di una band che, pur lontana dai riflettori che contano, continua a deliziare i suoi fan con album ricchi di chitarre, power e punk- pop e gustosissime melodie.
Se dobbiamo essere sinceri, dopo aver visto i Silver Sun (in ottima forma) come supporto degli Sleeper nel lontano dicembre 2017, pensavamo che questo “Switzerland” sarebbe arrivato prima, ma non stiamo qui a cercare il pelo nell’uovo e godiamoci l’ascolto.
Come già accaduto per “A Lick & A Promise” il suono si è leggermente spostato verso il punk, andando a toccare territori cari ai Green Day, tanto per capirsi, ma non certo quelli fuori fuoco degli ultimi dischi, quanto piuttosto quelli particolarmente ispirati dei pezzi più pimpanti di “American Idiot” (“Fireworks”). Anche gli orfani dei Weezer più carichi troveranno pane per i loro denti. Ma a questo punto viene da chiedersi se chi ama le peculiarità del sound Silver Sun sarà soddisfatto. La risposta è affermativa. Ci sono i gustosi coretti alla Beach Boys, armonie impeccabili, ritornelli a presa rapida e ganci costruiti per entrare subito in testa non mancano mai. I pezzi sono brevi, immediati, con il motore che gira a pieno ritmo, escludendo la sola “Photograph” che serve giusto per riprendere un attimo fiato. In alto le mani per delizie come “Earth Girls Are Easy” che pare una versione “più muscolosa” dei Dodgy, il power-pop di “Over Me At All?” (un incrocio tra i primi Beatles e i Fountains Of Wayne) e “Big Wheel” che sul primo disco dei nostri eroi (1997!) avrebbe fatto un figurone. A un passo dall’hard-rock il pezzo finale “Love That Body”, che non si risparmia in chitarre e gran lavoro ritmico.
Ancora una volta con i Silver Sun il divertimento è assicurato!