Stefano De Stefano è nel pieno del percorso che lo porterà al nuovo album di An Early Bird. I primi assaggi sono magnifici, ricchi di sfumature intense e suggestive, ma anche forieri di novità artistiche e compositive che ci stuzzicano ancora di più, nell’approccio con la sua musica. Il nuovo singolo “From Afar” è appena stato pubblicato. La chiacchierata con Stefano non poteva mancare…
Ciao Stefano, iniziamo con una domanda banale, come sta andando la tua quarantena?
Tanto Netflix ma ancora più musica. Ordino dalla rete, ascolto in streaming, completo discografie e scrivo cose nuove. Questo è il lato positivo, poi c’è quello negativo: la malinconia mista a tensione tipica di chi sente di non avere il controllo della situazione e ha deciso di seguire per bene le grandi regole del distanziamento sociale. Ho imparato anche a fare diverse cose però.
C’è qualcosa che hai ascoltato con particolare piacere o attenzione in questi giorni casalinghi?
Ho approfondito Noah Gundersen che è un cantautore di Seattle abbastanza tormentato da tirare fuori ogni volta dei dischi clamorosi. E poi ho scoperto George Ogilvie che ha fatto un primo disco di 58 minuti nel 2020, che personalmente trovo una cosa davvero romantica.
Dal tuo EP “In Depths” sembra essere nata una nuova consapevolezza e una voglia di sperimentare nella tua musica. Tu stesso hai ammesso che il nuovo brano è qualcosa di nuovo, rispetto ai brani già pubblicati. Come vivi questa tua fase musicale che a noi sembra di grande “euforia” e ricca di voglia di lambire nuovi territori?
Ho imparato a credere che una canzone diventa ancora più tua quando riesci a vestirla potenzialmente in tanti modi. I pezzi che stanno uscendo in questi mesi sono il risultato di un lavoro certosino che fa andare d’accordo la mia visione folk delle cose e un approccio più ampio e trasversale suggerito dal trio delle meraviglie con cui ho lavorato al Faro Recording Studio.
“From Afar” nello specifico prende una canzone acustica e le dà un’anima non dico dance ma sicuramente movimentata ““ del tipo che inizi a pensare alle persone che hai lasciato andare ma muovendo la testa.
“One Kiss Broke The Promise” ha come elementi principali il piano, che dà la linea melodica e base ritmica: la chitarra sta diventando meno indispensabile per te?
No in questo nuovo disco che uscirà la chitarra è ancora principale anche se il piano ha guadagnato tantissimo in termini di presenza. D’altra parte è il primo strumento che ho imaparato a suonare ed era doveroso farlo emergere. In particolare quel pezzo volevo essere un po’ un mio modo per scusarmi con lo strumento e dirgli “perdonami, non farò più finta di ignorarti“.
Old Fashioned Lover Boy sembra davvero essere un artista con cui si è creato un bel legame musicale. Quali sono, a tuo avviso, i punti che vi accomunano?
Beh siamo entrambi di Napoli e siamo molto amici, basterebbe questo. Ma la verità è che i suoi dischi mi piacciono davvero tantissimo e ha un tipo di scrittura che vorrei inglobare nel mio. Ha una sensibilità affine alla mia ma che si è evoluta in un’altra direzione e questo per me è un grande stimolo e motivo di arricchimento personale.
Su Facebook hai promosso il nuovo brano con “una storia che vi racconterò“. Mi chiedo se la tua musica e i tuoi testi si muovono quindi su binari personali o ti piace essere narratore della realtà che ti circonda, prendendone spunto.
Per “From Afar” ho voluto provare a creare qualcosa che potesse essere un po’ un filo conduttore che attraversa le vite e le esperienze delle persone: le canzoni in fondo parlano di questo e sono sempre delle sublimazioni di cose accadute.
Così ho preso delle porzioni di testo e gli ho associato delle immagini, poi ho programmato dei post di 4 righe in cui ho provato a descrivere il modo in cui ci si sente quando si vive quello che il testo raccontava. Ogni giorno un nuovo post faceva andare avanti la storia, fino all’uscita del brano.
Forse non ha alcun valore, forse si. Non riesco a capire se nella copertina del nuovo singolo questa ragazza sta guardando un sole nascente o al tramonto…
Se ascolti “From Afar” lo capirai.
Grazie ancora per la tua disponibilità Stefano. In questo 2020 così difficile e ricco di incognite mi chiedo se sei riuscito comunque ad avere e a rispettare una tua tabella di programmazione sia musicale che nel quotidiano o, comunque, al momento le parole d’ordine restano “precarietà e difficoltà di fare previsioni“?
Posso solo prevedere una tabella di marcia relativa alle uscite dei singoli. Il live purtroppo almeno per me è un’incognita perchè da indipendente non mi è ancora chiara la situazione che troverò quando il sistema riaprirà le porte dei palchi.
A giugno uscirà il terzo singolo, con un video che ho filmato, editato e montato io, e il quarto arriverà a luglio. Il disco uscirà a settembre.