Mancavano all’appello discograficamente da un sacco di tempo i Guernica di Tony D’Alessio (voce), Goffredo De Prisco (chitarra e piano), Massimo Testa (chitarre), Diego Iannaccone (basso, contrabbasso) ed Enzo Scorzeto (batteria), se pensiamo che il loro ultimo album risale addirittura al 2005.
Proprio l’album omonimo fu l’ultimo di una serie partita all’inizio del nuovo millennio e che aveva visto i cinque disimpegnarsi amabilmente fra un rock complesso di matrice progressive e diverse altre sfaccettature musicali, con incursioni felici nel mondo della letteratura e della canzone d’autore propriamente detta. Alla casella destinata a ospitare il genere musicale, insomma, mi viene difficile definirli, e la cosa lo è ancora di più alla luce dell’uscita di questo mastodontico doppio album.
Un album, lo diciamo subito, che esce in un momento delicato – con l’intera popolazione a fronteggiare questo terribile virus che abbiamo imparato a conoscere col nome di Covid-19 – e che al riguardo si prepone scopi assai nobili; infatti, l’intero ricavato di “N.O.I. Nessun Ordine Imposto” (questo il titolo scelto) andrà devoluto in beneficenza all’Associazione BabbaAlRum, che a sua volta si impegnerà poi nell’acquisto di dispositivi di protezione individuali (i cosiddetti DPI) per medici e operatori sanitari dell’Ospedale “Moscati” di Avellino.
Ci voleva quindi una tale fortissima motivazione per ridare vita a queste canzoni e farle emergere in tutta la loro forza, visto che in realtà sembravano destinate a dover uscire in un album tanto tempo prima, esattamente nel 2013.
I tentennamenti furono dovuti non solo alla difficoltà reale di “piazzare” un lavoro (senz’altro non semplicissimo) a una realtà discografica in grado di valorizzarlo appieno, ma anche alla concezione stessa della musica e al suo significato intrinseco che stavano in quegli anni inevitabilmente cambiando.
Non secondario fu anche il fatto che i singoli musicisti, tutti di gran pregio a partire dal potente vocalist Tony D’Alessio, stessero maturando l’esigenza di battere altre strade per potersi esprimere diversamente e senza vincoli prestabiliti. In particolare il già citato cantante ebbe un primo momento di notorietà alla guida degli Ape Escape, band che si fece valere e conoscere con la partecipazione al Talent Show X Factor; la sua popolarità si amplificò poi a dismisura una volta entrato in pianta stabile come voce della storica band del Banco del Mutuo Soccorso, alle prese con la pesante eredità lasciata dall’immenso Francesco Di Giacomo. Da allora gli impegni di D’Alessio con la band simbolo del prog italiano sono aumentati molto, impedendogli inevitabilmente di dare una certa continuità all’esperienza con i Guernica.
Ora però quelle canzoni lasciate tanti anni in stand by vedono finalmente la luce e si possono ascoltare dal sito del gruppo e dal loro BandCamp, con le donazioni per il download che saranno tutte assai preziose per l’obiettivo che si sono prefissati.
Non si sa se questo riavvicinamento tra i componenti rappresenterà un nuovo inizio per i Guernica ma sarebbe davvero un peccato non darsi un’altra possibilità , vista la qualità del lavoro.
L’opera in questione, concepita già in origine come un album doppio dalle molteplici anime, ha voluto mantenere quell’essenza e quella dualità , e la si può generalmente sintetizzare con una prima parte dai toni decisamente rock e un’altra invece prettamente acustica.
Il primo disco si chiama “Foglie” e mostra la capacità dei Guernica di destreggiarsi nel migliore dei modi con la materia rock, visto che sono presenti frequenti cambi di tonalità , riff anche pesanti, atmosfere fluide e ritmi ossessivi e cangianti. A “Maledetti” spetta l’onore di aprire la scaletta con toni perentori adagiati su un rock piuttosto morbido e con la voce di D’Alessio che già si rende protagonista, limpida e soave. Decisamente più arrembanti e cupe sono le successive “Niente di nuovo” e “Dust”, per non dire dell’esplicita “Solo sesso” che sembra provenire da un’altra epoca, con i suoi scintillanti echi seventies.
Non mancano richiami prog e brani adattissimi nel mettere in luce le qualità da strumentisti dei Nostri (penso a “Medicine”, col suo basso pulsante e le chitarre a tessere solide trame), i quali non disdegnano incursioni metalliche nell’oscura “Why?”, che chiude la prima parte del disco, e in una “Lento”memore della lezione del grunge anni ’90.
A mio avviso è più interessante però la seconda parte, aperta magistralmente dalla placida “Ascolta”, introdotta da stupende note di pianoforte (oltre che caratterizzata da uno dei migliori testi del frontman).
“Nuvole” – questo il sottotitolo del secondo disco – nell’attenuare gli umori e la tensione, libera in volo l’anima più riflessiva e profonda dell’ensemble: esemplificativo in tal senso è un brano come “Forse”, che mette in scena i dubbi che attanagliano il protagonista nella scelta delle azioni da compiere, il quale si interroga forse anche sulla validità di esse. Molto evocativa e struggente è “Alice” (una dedica alla figlia del pianista De Prisco), uno strumentale dai sapori jazzati. Stesso discorso si può applicare per “à‡’est la vie”, impreziosita oltretutto dalla fisarmonica di Dario De Nicola e dal violoncello di Enzo Di Somma.
“N.O.I.” è un album indubbiamente valido, multiforme e significativo e mi spiacerebbe venisse relegato a “prodotto” nato solo in nome di una (giustissima) causa. E quell’acronimo del titolo assume, alla luce di quanto sentito tra le pieghe delle ventidue canzoni, la sua primigenia definizione, con i Guernica che si sono svelati appieno, come a dirci: “ascoltateci ancora una volta, perchè in questo disco ci siamo noi al 100%”.