di Stefano Bartolotta
La parabola degli Art Brut, e in particolare del loro debutto “Bang Bang Rock n Roll”, è il classico esempio che dimostra come non sia necessario essere ambiziosi o studiare nei minimi particolari ciò che si vuol fare per essere ricordati in campo musicale (e artistico in generale). Se a Eddie Argos e soci avessero detto che tanta gente in giro per il mondo avrebbe voluto celebrare il 15esimo compleanno del loro primo disco, sicuramente i cinque si sarebbero fatti una risata e non avrebbero mai creduto, ad esempio, che un’etichetta diversa da quella che l’aveva pubblicato ne avrebbe acquisito i diritti per un’edizione celebrativa in vinile dorato. Invece, la Alcopop! (non certo gli ultimi che passano per strada) l’ha fatto, e i social sono stati invasi da foto di fan giubilanti con il prestigioso vinile in mano.
Del resto, a Eddie Argos interessava solo formare una band, come dice lui stesso nella propria autobiografia, e così, una volta convinti gli altri Art Brut, il primo testo scritto dal nostro è stato, appunto, su quanto sia bello formare una band. Una logica stringente e lineare, la stessa che ha guidato la costruzione dello stile steso degli Art Brut, ovvero, visto che ai cinque piacevano il punk-rock e il britpop, ecco che la loro musica avrebbe dovuto essere semplicemente un misto tra le due cose, che in sè non sono nemmeno così lontane. E poi, è proprio necessario saper cantare per essere la voce di una band? In fondo, basta declamare con il giusto grado di melodiosità , e il gioco è fatto: basta seguire l’istinto e mettere in campo semplicemente ciò che si è, senza sedersi al tavolino o comunque ragionarci sopra, e se si ha davvero dentro di sè qualcosa da dire, la propria proposta sarà interessante, riconoscibile e in grado di parlare a tante persone, o comunque a chi può relazionarsi con la proposta a livello puramente umano.
Così, i quattro sodali di Eddie macinano fin dall’inizio parti musicali trascinanti nel loro essere energiche, solari e scanzonate, e il frontman sfrutta in pieno il suo non essere mai davvero cresciuto una volta passata l’adolescenza e scherza con il proprio amore delle scuole medie, la propria passione per l’arte moderna, l’idea balzana di trasferirsi in California perchè lì sì che si fa la bella vita, e piazza anche un paio di simpatiche prese in giro degli hipster. A lui piaceva Top Of The Pops e non se ne vergogna, e tra i tanti successi del disco, probabilmente quello più sfavillante è l’aver reso il nome del programma TV musicale per eccellenza, ma ormai dimenticato, un vero e proprio mantra che risuona ancora oggi a tutti i concerti degli Art Brut. Anche l’esposizione di un episodio come la classica “cilecca” sessuale è un’idea perfetta, perchè è difficile avere il coraggio di parlarne, ma se lo fai con autoironia e spontaneità , la gente sarà dalla tua parte.
Il disco, in un periodo in cui il circuito indie britannico produce a getto continuo band pronte a entrare nello stardom, attira l’attenzione e l’amore di molti, soprattutto degli stessi che ascoltavano queste stesse band, dall’attitudine apparentemente antitetica a quella degli Art Brut, e anche se Eddie ci scherza sopra, e qualcuno, come Kele dei Bloc Party, non ne capisce lo spirito e non trova di meglio da fare che assestargli un cazzotto in faccia, la fabbrica di coolness (vera o presunta) per eccellenza del periodo, ovvero l’NME, ne riconosce l’importanza e piazza in cima alla propria cool list annuale proprio lui, Eddie Argos, l’antidivo più spontaneo e genuino che ci sia. E, sempre come dice Eddie stesso nell’autobiografia, è chiaro che questo è il disco più amato degli Art Brut proprio perchè, con i successivi, i cinque hanno pensato troppo, e un pochino della magia si è rotta. Per fortuna, l’ultimo disco appare, invece, naturale e istintivo come questo debutto, e anche se non ne raggiunge le vette, rappresenta un ritorno confortante per i fan.
“Bang Bang Rock n Roll” è un’opera d’arte, nel senso più paradigmatico del termine, ovvero simboleggia il concetto, ben espresso dai nostri Zen Circus anni dopo, secondo cui “l’arte è pensiero che esce dal corpo, nè più e nè meno come lo sterco“. La personalità , gli interessi e il modo di vivere la vita di cinque persone, e di una in particolare, sono qui rappresentati in un modo che più vero e coinvolgente non si può. Per questo, rimarrà sempre amatissimo.
Pubblicazione: 30 maggio 2005
Registrato: The Exchange and Apollo Control
Genere: Indie rock, Art punk, Garage punk
Lunghezza: 34:40
Label: Fierce Panda
Produttore: John Fortis, Howard Gray
Tracklist:
1. “Formed a Band” 2:58
2. “My Little Brother” 2:23
3. “Emily Kane” 2:41
4. “Rusted Guns of Milan” 3:45
5. “Modern Art” 2:23
6. “Good Weekend” 2:49
7. “Bang Bang Rock & Roll” 2:14
8. “Fight!” 2:37
9. “Moving to L.A.” 3:29
10. “Bad Weekend” 3:03
11. “Stand Down” 2:51
12. “18,000 Lira”