Formatasi nel 2018 in modo misterioso con la pubblicazione di un 12″ per la Merge Records, questa band non è altro che il nuovo progetto di Jonah Falco e Mike Haliechuk, rispettivamente batterista e chitarrista dei canadesi Fucked Up.
Fatta questa dovuta introduzione, non aspettatevi un tuffo nel punk più energico e folle del loro gruppo principale, perchè i due musicisti di stanza a Londra, qui accompagnati da Tamsin M Leach e Jack Goldstein, si spostano verso ben altre direzioni in questo loro album d’esordio.
Si parte e il primo singolo “J Terrapin” è senza dubbio un ottimo inizio: dopo un coro a-la-Queen che ci disorienta, ecco le chitarre, un drumming veloce, ottime sensazioni melodiche power-pop calde ed estive e soprattutto una grande giocosità , assolutamente godibile, che pervade tutti questi 37 minuti del disco.
Nella successiva “(Don’t Break My) Devotion” si fa, invece, un salto negli anni ’80 con un ampio uso dell’elettronica: sicuramente non la canzone più raffinata ed elegante mai ascoltata, ma comunque divertente e capace di farci ballare con quei suoi ritmi elevati e intriganti.
Procediamo il nostro viaggio e i Jade Hairpins sembrano volerci riportare nei tardi anni ’70 con il disco-funk di “Post No Bill”: anche in questo caso, senza rimanere impressionati dalla classe del pezzo, non possiamo comunque tenere fermo il piedino.
“Dolly Dream” con le sue influenze tropicali e psichedeliche proveniente dagli anni ’80, seppur solare, risulta piuttosto noiosa e sembra quasi un riempitivo, mentre la conclusiva “Motherman” con le sue trame elettroniche che ci riportano alla mente i New Order, seppur brillante sotto il punto di vista melodico, pare troppo lunga con i suoi infiniti e ipnotizzanti sette minuti e alla lunga stanca.
Non è tutto oro questo primo album dei Jade Hairpins: sicuramente non manca la voglia di divertirsi, di ballare, di giocare ““ e in questo periodo ce n’è particolarmente bisogno ““ ma allo stesso tempo ci sono alcuni momenti che lasciano poco. Non una bocciatura totale perchè ci sono parecchi spunti interessanti da cui partire, ma non tutto è andato per il verso giusto.
Photo Credit: Alisha Dar