E’ davvero un sogno quello in cui ci accompagna Mark Kramer, produttore e poliedrico artista che, tra le altre cose, può vantare di aver messo la firma sui 3 album dei Galaxie 500 e di aver lavorato con i Low, oltre che di essere stato ingranaggio fondamentale di band come i Bongwater.
Adornato dalla voce dolce quanto intensa di Xan Tyler, l’album mescola ritmi tribali, ambientazioni acustiche, morbidi tocchi di piano e contorni d’archi, impulsi elettrolitici stranianti quanto ipnotici, per uno slowcore raffinato e dalla fattura così pregiata che è impossibile rimanerne indifferenti.
E’ sì un sogno notturno, ma un sogno alienante, che coccola evocativo un attimo prima di minacciare claustrofobico e a tratti disturbato: Kramer e la Tyler trovano anche il modo di riportarci in un mondo da lisergiche ballate rètro con “Forget”, carezzarci protettivi con l’arpeggiata “Vicky”, disegnare scenari esotici e lounge con la bossa nova di “Fingers”.
Gli arrangiamenti sono a livelli d’eccellenza, la scrittura curata, la struttura sonora vanta rifinizioni d’indubbia maestria, la poliedrìa dei due collaboratori innegabile quanto talentuosa : il progetto Let It Come Down tra Kramer e la Tyler ci regala quindi un lavoro di ottima caratura e dal rilevante spessore artistico.