Tanto nostalgico quanto piacevole. Courtney Garvin (che conosciamo per essere nei The Courtneys) e Connor Mayer ci conducono nel loro mondo sonoro, in quello che definiscono “harsh twee“. La loro creatura musicale si chiama Gun Country e qui su IFB la conosciamo puttosto bene, visto che i singoli apripista non sono certo passati inosservati. Arriviamo quindi ad avere fra le mani un disco piuttosto atteso che, a conti fatti non ci delude affatto.
Usavamo prima la parola nostalgico e non lo abbiamo fatto certo a caso, perchè gli incroci tra le chitarre rumorose, i synth e quello spirito più o meno lo-fi, che aleggia su tutto, ci porta inevitabilmente agli anni ’90. E allora avanti con gli ingredienti che rendono stuzzicante e, appunto, piacevole il cockatil sonoro. Sulla pagina Bandcamp dei Gum Country sono già elencati un po’ di riferimenti chiari ed esplici come Stereolab, Yo La Tengo, Meat Puppets e The Magnetic Fields, poi non vi preoccupate se vi sembrerà di percepire un pizzico di Breeders, un gusto alla Yuck, qualche distorsione alla Dinosaur Jr e pure profumi vagamente psichedelici alla Dandy Warhols.
Curtney e Connor si capirà che non inventano nulla, ma sanno tenere vivo il nostro interesse dall’inizio alla fine, sopratutto grazie a un buon magnetismo ipnotico che si sviluppa, spesso, in brani dalla costruzione circolare che, in alcuni frangenti, brillano maggiormente, vuoi per un ritornello micidiale (la title track), vuoi per un fragore ben costruito (“Waterfall”) o per un dinamismo inaspettato (“Jungle Boy”).
Per noi è un si!