In un mondo di sovraesposizione mediatica i Sault si fanno notare per la loro misteriosa identità : arrivati al terzo album, di cui due pubblicati nel 2019, di questo gruppo sappiamo che è un collettivo britannico composto da afrodiscendenti. D’altronde”Untitled (Black is)”, uscito il 19 giugno, giorno in cui gli Stati Uniti celebrano l’abolizione della schiavitù, non ha bisogno di molte parole.
Le venti tracce che lo compongono sono abbastanza esplicite e potenti da raccontare praticamente tutto quello che c’è da sapere, e il resto lo chiarisce l’immagine in copertina che ritrae un pugno alzato. Ma, per rendere più efficace il messaggio, la band ha voluto rilasciare sul proprio sito una dichiarazione di intenti come chiosa alla pubblicazione, in cui sottolinea l’importanza del momento storico e l’urgenza della scelta di prenderne parte attivamente con questo album: “RIP George Floyd and all those who have suffered from police brutality and systemic racism. Change is
happening”… We are focused“. Una denuncia aperta del razzismo sitemico.
Figlio del connubio tra militanza e spiritualità , “Untitled” porta avanti una narrazione che non scinde pubblico e privato. Ascoltarlo equivale a sfogliare l’album di fotografie di famiglia di un Paese intero. Il ricorso agli avamposti della cultura nera si manifesta nelle frasi in stile Black Panther come “The revolution has come. Still won’t put down the gun” (“Out the lies”) o la citazione della frase di Malcolm X pronunciata in riferimento all’uccisione del presidente Kennedy, “The chickens have come home to roost”, più o meno “chi la fa l’aspetti” (“X”).
Le canzoni non perdono un colpo. Untitled è un viaggio nell’universo della musica black che fa respirare groove e soul, in cui lasciarsi avvincere da slanci gospel mentre il piede già batte il tempo dell’afrobeat. Soul, spoken word, funk, con qualche eco di vibrazioni britanniche che attingono al trip hop. Il tutto impreziosito dai featuring di Michael Kiwanuka (“Bow”) e della poetessa Laurette Josiah (“This Generation”).
Essenzialmente, Black is.