I 24 Grana sono stati una delle più belle e stimolanti realtà del panorama musicale underground italiano tra gli anni ’90 e gli anni zero, pubblicando il loro ultimo album di inediti in studio nel 2011. Nel mezzo, sono riusciti a mostrare diversi risvolti della propria arte, miscelando egregiamente dub, rock, reggae e canzone d’autore, con la loro Napoli raccontata in tutte le sue sfaccettature.
Poi le strade dei quattro (il cantante Francesco Di Bella, il chitarrista Giuseppe Fontanella, il bassista Armando Cotugno e il batterista Renato Minale) si sono divise, col bassista che già aveva mollato il colpo a inizio anni dieci, trasferendosi a Londra (fu sostituito da Alessandro Innaro, col quale la band registrò il canto del cigno “La stessa barca” con Mr. Steve Albini in cabina di regia). Da lì a poco il talentuoso Di Bella avrebbe avviato un’interessante carriera solista, finora sfociata in album a metà tra lo stampo cantautorale e quello più legato alla sua esperienza con il gruppo madre. Tuttavia, quando l’anno scorso i Nostri si sono ritrovati tutti insieme in sala prove, hanno messo da parte ogni scoria del passato e, come per magia, hanno ritrovato in modo del tutto naturale sintonia ed entusiasmo. Il passo successivo è stato recarsi a Londra dal vecchio sodale Cotugno per realizzare un nuovo singolo. Di più, i 24 Grana hanno deciso di registrare il materiale presso i mitici Abbey Road Studios.
La scintilla era ormai scoccata, e all’inedito “A raccolta” – poi scelto per intitolare quello che è a tutti gli effetti un album riepilogativo della loro storia – dovevano far seguire un mini tour, poi bloccato sul nascere per cause di forze maggiori legate alla pandemia. Ma tutto lascia presagire che il loro ritorno in pista non sia soltanto estemporaneo, ma un primo passo verso un nuovo capitolo tutto da scrivere. O almeno questo è ciò che mi auguro!
Nel frattempo, passiamo in rassegna la loro avventura musicale con la consueta Top 10 brani:
10 ““ OMBRE
2011, da “La stessa barca”
L’album che chiude la prima parte di carriera dei 24 Grana è all’insegna di un rock alternativo piuttosto fresco e diretto: fino all’ultimo i Nostri non hanno smesso di evolversi a livello musicale, mostrando sempre curiosità e passione.
9 ““ CANTO PE’ NUN SUFFRI’
2003, da “Underpop”
Tratta da un album un po’ transitorio, con Francesco Di Bella che abbandona parzialmente il caro dialetto napoletano per cimentarsi in italiano, e sonorità in genere più ariose, “Canto pe’ nun suffrì” si staglia dal canzoniere del gruppo, mostrando un bel piglio pop rock.
8 ““ KANZONE DOCE
2001, da “K album”
In un brano come “Kanzone doce”, inserito in un album altamente ispirato, Di Bella intona soavemente delle parole cariche di introspezione e pathos, il tutto su un placido suono che rimanda alla tradizione mediterranea.
7 ““ L’ATTENZIONE
2003, da “Underpop”
Canzone che denota un evidente passo avanti a livello di songwriting, pur nel solco di temi esistenzialisti (e sociali) già affrontati sin dagli inizi del loro percorso.
6 ““ STAI MAI ‘CCA
1999, da “Metaversus”
Dietro il fantasioso e coloratissimo video si riconosce facilmente la sapiente mano di Davide Toffolo, noto fumettista e leader dei coevi Tre Allegri Ragazzi Morti. Il brano è ipnotico e irresistibile, un istant classic del gruppo amatissimo dai fans.
5 ““ LOOP
1997, da “Loop”
Agli albori della loro esperienza, i 24 Grana erano impegnati a fondere in maniera pregevole antico e moderno, proponendo un efficace e magnetico dub, genere in cui seppero agevolmente imporsi.
4 ““ ACCIREME
2008, da “Ghostwriters”
Possiamo definire questa canzone la più pop che la band abbia mai realizzato, almeno da un punto di vista prettamente musicale, oltre che (numeri alla mano, avendo superato un milione e seicentomila visualizzazioni su You Tube) quella più popolare. D’altronde tratta d’amore, anche se pur sempre in un modo poco convenzionale.
3 ““ KEVLAR
2001, da “K album”
Già l’intro è da brividi, con la pioggia che scende e le malinconiche note di pianoforte, poi si aggiunge la voce di Francesco a mettere in fila versi ispiratissimi, intensi e poetici. L’angoscia, tratteggiata con misura, lascia così spazio via via alla speranza.
2 ““ VESTO SEMPRE UGUALE
1999, da “Metaversus”
Il brano manifesto del secondo album, solitamente difficile per tutti, fece salire ancora di più i consensi attorno alla band napoletana, evidenziando un grande eclettismo musicale. Messe da parte alcune suggestioni trip hop e dub, qui è tutto un tripudio di ritmi incalzanti e delicate sfrontatezze rock.
1 ““ LUNTANO
2008, da “Ghostwriters”
Sul punto più alto del podio si piazza questa dolente ballad, indicativa dei tormenti interiori del protagonista: i 24 Grana sono sempre stati abili narratori, capaci di addentrarsi in un tessuto sociale spesso difficile. Le loro storie, anche quelle più borderline, hanno una grande forza evocativa e sanno colpire facilmente al cuore.
BONUS TRACK#1 ““ LU CARDILLO
1997, da “Loop”
La canzone con cui i quattro iniziarono a far parlare seriamente di se’, facendosi apprezzare da un pubblico sempre più copioso, è un acclarato esempio del loro straordinario talento, all’epoca ancora allo stato grezzo, vista la giovane età . L’idea di prendere un brano appartenente alla tradizione napoletana (risalente addirittura al ‘700) e di proiettarlo nella contemporaneità era a dir poco avvincente. Il risultato è assolutamente mirabile: “Lu Cardillo”, sorretto da un sound reggae, diventa un singolo avvolgente e trascinante, fino al vorticoso finale in cui Di Bella sfodera una performance vocale indimenticabile.
BONUS TRACK#2 ““ KANZONE SU UN DETENUTO POLITICO
2001, da “K album”
Il gruppo ha affrontato in più di un’occasione il tema del carcere e della vita dei detenuti, ottenendo risultati spesso ragguardevoli. Prova ne è l’esemplificativa “Kanzone su un detenuto politico”, adagiata su un morbido tappeto indie rock che deflagra poi nella coda strumentale.
BONUS TRACK#3 ““ REGINA
1998, da “Loop Live”
Tra il brillante disco d’esordio e il fortunato “Metaversus”, baciato da successo di critica e pubblico, i 24 Grana vollero subito regalare un’istantanea della loro prima parte di carriera, imperniata su concerti coinvolgenti, in cui sul palco potevano sprigionare facilmente le loro pulsioni artistiche. “Loop Live” riprende uno spettacolo tenuto al Teatro Nuovo di Napoli il 21 marzo 1998, in cui proposero tutta la tracklist del primo album (menzione speciale per la cover di “Vesuvio” degli ‘E Zezi – Gruppo Operaio di Pomigliano d’Arco, resa magnificamente), più qualche aggiunta, tra cui il loro primissimo brano mai registrato. “Regina” in precedenza era stata inserita nella compilation “Napoli Sound System”, pubblicata nel 1995, ma non poteva di certo mancare in questa significativa occasione.
Credit Foto: Eleonora Collini