Lo so, lo so, piazzare David Newton nella rubirca Brand New è una forzatura al limite del cartellino rosso, ma volevo proprio porre l’attenzione su questo esordio della sua nuova band (esordio sulla lunga distanza, visto che era già uscito un EP nel 2011). Se l’avessi messo nelle recensioni normali temevo sarebbe stato soffocato dalle tante uscite, quindi ho acceso i riflettori del Brand New, sapendo bene che il chitarrista e fondatore dei Mighty Lemon Drops non dovrebbe certo essere trattato come un esordiente.
Sta di fatto che tra le mani abbiamo un lavoro delizioso, che trasuda vitalità , pop e melodie fin dal primo brano. Con la sua precedente band il nostro ha conosciuto il successo e si è affermato grazie a una buonissima capacità di essere versatile: tra new wave, alt-rock e pulsioni più (indie) power-pop i MLD hanno condotto una dignitosissima carriera, finita nel 1992. Ora schegge di quelle delizie ritornano a travolgerci in pieno in questo lavoro amabile e accattivante.
Che cosa troveremo in questo “A gateway to a lifetime of disappointment”? Beh, le carte migliori che il nostro ha già usato in passato, mescolate con ottimi spunti melodici e un brio accattivante. La scuola anni ’80 guitar-pop fa sempre la sua bella figura e tra chitarre pimpanti e tastierine zuccherose a noi non resta che godere fin dalla doppietta iniziale, “In Love and War” e “The kids are not alright”. La prima ha un ritornellone da stadio impiantanto in una base retrò luccicante. La seconda è praticamente una rivisitazione di “Wicked Game” in versione gustosamente pop. Se non siete già stesi ci pensa Eddie Argos a darvi il colpo di grazia, con la sua apparizione declamatoria in “The songs that changed our lives”, con un gusto magnificamente anni ’80. Splendida. E che dire di “Avoid It” che mi porta alla mente dei REM in vena di cavalcate? O del jangle travolgente di “My First Band” con il solito ritornellone che ci spinge a cantare a pieni polmoni?
Nella seconda parte del disco i brani si fanno più corti, ma tutto fila ancora alla meraviglia. “Paint The Town” tiene tesissima la corda pop, catturandoci con quella tastiera e il super groove. “Connect You” ha una batteria rutilante e una melodia cristallina, come se fosse uscita dalla penna dei Fountains Of Wayne più ispirati. “Bittersweet” picchia solida e incalzante e poi arriviamo al minuto e trenta di “This Time” che inizia come la più classica delle guitar-acoustic-pop song e poi al quarantesimo secondo impazzisce e sembra che siano arrivati i Levellers a suonare la carica!
Il finale è tutto power-pop travolgente con “Everything is just so”, da alzarsi in piedi sulla poltrona e saltare come matti in preda all’entusiasmo.
Beh, signori, cercavate il disco dell’estate? Eccolo. E per chi vi scrive siamo di diritto tra i primi 10 dell’anno!