Terza Top 10 dedicata a una eminente eccellenza scozzese e, anche in questo caso, spunto che parte dalla compilation della Cherry Red “Martin Green Presents: Super Sonics ““ 40 Junkshop Britpop Greats”. Stavolta i riflettori si accendono sui favolosi Delgados (classe 1994), guidati da Alun Woodward e Emma Pollock. Il loro indie rock dalle mille angololature assorbe la cultura pop del luogo d’origine (Dio benedica la Scozia) ma poi la personalizza con forti caratteri made in USA (Pavement e Pixies su tutti, ma in seguito anche Mercury Rev), restando in equilibrio tra esplosioni noise e delicatezze assortite da pelle d’oca. La melodia, limpida o sbilenca che sia, non manca mai. I Delgados non sono ricordati solo per la loro musica, ma anche per l’etichetta Chemical Underground, fondata da loro per pubblicare la loro musica e poi futura casa di veri e propri pilastri come Arab Strap, tanto per fare un nome. 5 album pubblicati dal quartetto e in questa top, adorando tutte le uscite in egual modo e per motivi diversi, non farò una classifica, ma estrapolerò 2 titoli da ogni disco, in ordine cronologico. Giusto per non fare torto a nessuno.

UNDER CANVAS UNDER WRAPS

1996, da “Domestiques”

Abrasivi e dall’indole lo-fi i nostri Delgados partono a testa bassa in questo primo album e lo fanno mettendo in luce le armi migliori della casa, ovvero chitarre soniche e rumorose e un taglio melodico che emerge alla grande. Occhio perchè in realtà  in “Domestiques” fa anche capolino il lato morbido, lo si nota poco, ma c’è.

BIG BUSINESS IN EUROPE

1996, da “Domestiques”

Ancora sporchi, pimpanti e arrabbiati, ma con l’animo melodicamente pop che straborda in una canzone da ascoltare facendo largo nel salotto, che si rischia di rompere tutto saltando a destra e sinistra.

EVERYTHING GOES AROUND THE WATER

1998, da “Peloton”

Fin dal titolo del disco si evince la loro passione (spesso dichiarata) per il ciclismo. Ricordo quando li vidi nel tour del primo disco al Tunnel di Milano e mi misi proprio a chiacchierare con loro di biciclette, pensa te. L’album si fa più raffinato e articolato rispetto all’esordio e gli arrangiamenti di “Everything Goes Around The Water” ce lo dimostrano. Melodia sublime.

THE ARCANE MODEL

1998, da “Peloton”

Solare e deliziosa, ecco come trovo “The Arcane Model”. Tipo i B&S che nel ritornello, quando si alza il volume delle chitarre, incontrano i Pavement. Che delizia.

ACCUSED OF STEALING

2000, da “The Great Eastern”

Con il terzo disco la metamorfosi è completata. I Delgados lavorano benissimo in fase di produzione e arrangiamenti e il loro indie-rock non ha paura di guardare, a tratti, a suggestioni quasi folk. Canzoni ariose, strutturate in modo magnifico. Coinvolgenti e melodiche, con arrangiamenti sempre molto curati. “Accused Of Stealing” ha dei cambi di tempo e di gestione del brano che lasciano senza fiato.

THIRTEEN GLIDING PRINCIPLES

2000, da “The Great Eastern”

Botta e risposta magnifico di Alun ed Emma che si parlano e si rispondono, poi arriva il ritornello in cui ritroviamo chitarre soniche supportate da un sublime lavoro agli archi. Il finale è pazzesco con le chitarre a farla da padrone mentre gli archi disegnano una trama suggestiva. Ci si inchina di fronte a tale ispirazione.

COMING IN FROM THE COLD

2002, da “Hate”

C’è chi non gradisce i barocchismi di “Hate”, giudicandolo fin troppo epico e abbondante. Che sia per colpa (o per merito) di Dave Fridmann che produce? Poco importa. Sta di fatto che, dove ci possono essere aggiunte e arrangiamenti d’archi, qui li troverete, statene certi. Non tutto entra subito in circolo e a tratti si rischia di essere sopraffatti dagli eccessi, ma alla fine la bellezza di certe melodie ci conferma che siamo sempre sul lato giusto della strada. “Coming In From The Cold” supporta quanto appena detto. Forse la canzone con l’andamento più semplice e chiaro del disco, brilla per genuinità  e dolcezza.

THE LIGHT BEFORE WE LAND

2002, da “Hate”

Ecco che in questo caso la prima traccia del disco segna già  le coordinate. “The Light Before We Land” racchiude in sè tutte le caratteristiche chetroveremo nell’album, ma contiene anche una melodia dolcissima che accarezza i nostri sensi.

IS THIS ALL THAT I CAME FOR

2004, da “Universal Audio”

Marcia indietro in casa Delgados in quello che, al momento, è il loro ultimo album. Meno importanza ad arrangiamenti barocchi per tornare a uno spirito più vicino a quello del secondo album. Ho sempre amato questo brano che parte in modo un po’ strano, ma poi si apre a un ritornello avvincente e c’è quella linea di piano che mi fa impazzire.

EVERYBODY COME DOWN

2004, da “Universal Audio”

Eccola qui la via della semplicità  abbracciata in pieno. Ecco quei Delgados che si divertono a giocare con le chitarre a creare quelle melodie che si insinuano in testa e non ti mollano più.