“Perchè la qualità a noi c’ha rotto er c***o!“, e ci perdonerà il buon Stefanelli il ricorso alla più celebre citazione di “Boris, la serie” in apertura del resoconto di una delle esperienze musicali più lisergiche degli ultimi mesi.
Sia ben chiaro: esattamente come in “Boris”, anche qui il termine qualità si lega ad una precisa e manifesta ricontestualizzazione semantica della parola, pronta ad assumere un connotato politico, culturale e motivazionale ben diverso rispetto a quello a cui ci ha abituato il perfezionismo (che con la qualità a ben poco a che vedere) isterico del mercato musicale: in un mondo in cui ogni cosa deve essere perfetta, impeccabile e quasi pre-confezionata, il rigetto della plasticosa degenerazione del termine “qualità ” diventa atto rivoluzionario, nella direzione di un ritorno all’essenza delle cose che sappia essere rurale, agricolo e casalingo.
Vero, nulla di estremamente nuovo rispetto al filone lo-fi intrapreso da diversi nomi della scena indipendente degli ultimi anni, ma raramente verso una direzione così precisa e attraverso un linguaggio così puro e identitario come quello che contraddistingue l’esordio da solista di Stefanelli: “Controcorrente” diventa l’epiteto di un progetto votato a scarnificare l’idolatria del mainstream, lontano anni luce dalla prevedibilità dell’homemade in offerta e vicino più che mai ad una poetica nuova, disinteressata alla perfezione perchè sincero, vero e genuino.
Stefanelli sa di Mac DeMarco, di Daniel Johnston ed Elliott Smith, ma sa sopratutto di fresco, e di sè stesso: in controcorrente, sempre, e con coraggio. Da seguire con attenzione.
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Controcorrente è finalmente online. https://stefanelli.lnk.to/Controcorrente Grazie a @mdfons e @dischirurali / @artistfirst.it Buon ascolto