Sono passati tre anni esatti da “Expect The Best” e questo weekend gli Widowspeak sono ritornati con questo quinto album, pubblicato ancora una volta dalla Captured Tracks.
Registrato nel corso di alcuni weekend di fine 2019 insieme al musicista e produttore Sam Evian (Cass McCombs, Kazu Makino, Hannah Cohen) al Flying Cloud Studio nelle Catskill Mountains, New York, il disco vede la partecipazione di Andy Weaver (batteria), di Michael Hess (piano) e dello stesso Evian (basso, synth) che aiutano i due titolari del progetto, Molly Hamilton (voce, chitarra) e Robert Earl Thomas (chitarra, basso, synth).
Se nel precedente LP, la band di Brooklyn aveva ammesso di essere ritornata alle sue origini per quanto riguarda il suo sound, questo nuovo lavoro riprende proprio da dove avevano terminato tre anni fa.
Il disco si apre con la title-track “Plum” e quella sua atmosfera morbida disegnata dalla voce gentile di Molly sulla leggera chitarra di Robert: le sue ottime sensazioni melodiche e quelle sue raffinate influenze folk ci fanno innamorare immediatamente di questa canzone.
Malinconica, ma incredibilmente piacevole e ““ a nostro avviso ““ la migliore di queste nove, “Breadwinner” ci ricorda i Mazzy Star con quel suo dream-pop dolce e i suoi synth che creano piccole e graditissime magie, senza mai forzare il ritmo.
“Amy”, invece, cambia il tono portando il mood in qualcosa di decisamente più cupo con linee di chitarra ripetitive e un’atmosfera più minacciosa rispetto a ciò che avevamo ascoltato poco prima, tenendo comunque i ritmi sempre bassi.
La conclusiva “Y2K”, invece, è una ballata disegnata con il piano e alcune inserzioni elettroniche: le emozioni che la voce della Hamilton riesce a passare a chi ascolta sembrano sincere e ““ non lo possiamo nascondere ““ ci mettono i brividi.
Sebbene “Plum” non sia il lavoro più innovativo degli Widowspeak, è comunque un album che mette in luce i loro tratti migliori (tra cui le sempre ottime melodie) e dimostra la loro fiducia nei propri mezzi: un ascolto più che gradevole.
Photo Credit: Ebru Yildiz