I Mother’s Cake sono una band psych-garage proveniente dal Tirolo. Formatosi nel 2008, il trio austriaco ha finora pubblicato tre LP e due live-album: domani, venerdì 18 settembre, sarà invece la volta della loro brillante quarta prova sulla lunga distanza, “Cyberfunk!”, in uscita via Membran Media, registrato in Germania senza pausa in una lunga sessione di tre giorni. Noi abbiamo approfittato di questa nuova release per contattare il gruppo tirolese per farci raccontare del quarto album, delle loro influenze, della loro esperienza insieme a Ikey Owens dei Mars Volta nel loro primo disco e ovviamente del Coronavirus. Ecco cosa ci hanno detto:
Ciao, come state? Il vostro nuovo disco uscirà tra pochi giorni: siete contenti che le persone possano finalmente ascoltare il vostro nuovo lavoro?
Assolutamente sì! Niente di meglio che guardare il tuo bambino che inizia a camminare da solo. Dopo quasi 2 anni nel farlo dovrebbe essere qualcosa di naturale;)
Avete iniziato a suonare insieme nel 2008: quanto si sono evoluti la vostra band e il vostro sound in questo lungo periodo di tempo?
La nostra band è in giro da un bel po’. Abbiamo camminato su tutti i percorsi più difficili sia insieme che da soli. In questo momento siamo di nuovo in una buona posizione, il che è molto gratificante e speciale dopo così tanti anni. Questo ovviamente ha influenzato anche la scrittura di “Cyberfunk!” poichè il nostro suono rispecchia quello che sta succedendo dietro le quinte. Sembrava un po’ come i primissimi giorni in cui scrivevo musica. è una buona cosa 🙂
Il vostro album di debutto, “Creation’s Finest” (2012) ha visto la partecipazione del compianto tastierista Ikey Owens (The Mars Volta, Jack White): come è nata questa collaborazione? Cosa ha portato nella vostra musica?
Lui ha prodotto “Band On Wire” dei Milk + che sono nostri ottimi amici. Sono passato, gli ho stretto la mano (molto nervosamente siccome eravamo e siamo grandi fan dei Mars Volta) e in seguito mi sono messo in contatto con lui. Avevamo ancora quel posto da tastierista libero e ovviamente non avremmo potuto trovare uno migliore di lui. Lui ha accettato – il resto è storia. Più che altro ha aggiunto la ciliegina sulla torta.
“No Rhyme No Reason” è uscito a gennaio 2017: cosa è successo negli ultimi tre anni?
Siamo stati in tour , abbiamo scritto, ci siamo presi tempo per entrambi, specialmente il secondo. Abbiamo registrato, siamo sopravvissuti e recentemente abbiamo ibernato!
“Cyberfunk!” è stato registrato a Mannheim durante una sessione di 72 ore. Non avete fatto nessuna pausa per 3 giorni solo per registrarlo: che esperienza è stata? Questa decisione quanto ha influenzato il vostro sound?
Il diavolo è nei dettagli: non era solo una sessione. Era una SERIE di sessioni di registrazione di 3 giorni. Semmai ci siamo presi il nostro tempo per questo. Quindi sfortunatamente non c’è una storia di registrazione eccezionale, da record, estrema di 72 ore qui. Non preoccuparti però: non sei il primo a essersi perso quella parola nella nostra nota stampa;)
“Cyberfunk!” è un titolo geniale! Mi piace moltissimo! Cosa c’è dietro?
La creazione di un Mixtape. E’ una parola che ci sembra davvero stimolante. Una dichiarazione. E’ come pensiamo suoni la nostra musica.
“Toxic Brother” è una classica bomba garage-rock che suona molto internazionale. è pesante e ha grandi riff: avete preso le vostre influenze dalle scene di San Francisco / L.A. per questa traccia?
Onestamente penso che siamo stati più ispirati da un piccolo fenomeno chiamato King Gizzard. Almeno il ritmo della batteria e la sensazione uptempo (bum, bum, tschak!) grida ciò, secondo me. Ho anche visto persone che indicavano (come influenza) “Fight Fire By Fire” dei Metallica. Non conoscevo quella canzone non essendo un grande fan dei Metallica (che vergogna!). Ebbene Yves (il nostro frontman) scrive la maggior parte (delle nostre canzoni), quindi la verità rimane con lui per questa cosa;)
Il vostro singolo “Love Your Smell” è una ballata meravigliosa: è lenta e dolce. Lo avete messo di proposito al centro del vostro nuovo disco per dare ai vostri fan la possibilità di rilassarsi per qualche minuto?
Sì! L’ordine delle canzoni, le scelte di tempo, sensazioni e umori erano tutte intenzionali. Volevamo creare un mixtape, che avesse tutto e che fluisse fino in fondo.
“Hit On Your Girl” è funky e danzante. I tuoi piedi si devono muovere mentre lo ascolti! Ci sento un po’ di Prince, ma anche un po’ di musica disco anni ’80: sei d’accordo o è solo una mia impressione?
No, sono d’accordo. L’ho visto più vicino a Jamiroquai. Forse un po’ più di musica disco anni ’70. Quello figa con Travolta e i pantaloni funky.
Il Coronavirus ha in qualche modo influenzato il processo creativo del vostro nuovo disco? Avete suonato da casa durante il lockdown? Cosa ne pensate del futuro della musica dal vivo?
No. C’era solo un’ultima sessione di prove / registrazione che doveva essere fatta. Tre quarti dell’album erano già pronti e quell’ultima parte non è stata influenzata dal coronavirus. L’unica vera influenza che ha avuto è stata quella di farci chiamare tutti i tipi di autorità tedesche o austriache per implorare una sorta di mandato per viaggiare oltre i confini.
Un’ultima domanda: per favore potete scegliere una delle vostre canzoni, vecchia o nuova, da usare come colonna sonora a questa intervista?
Certo: direi “The Operator”, una NOVITà€!