E’ passato appena un anno e mezzo dall’uscita di “M For Empathy”, il terzo album di Lomelda, ma nei giorni scorsi la folk-singer nativa del Texas è ritornata con il suo successore, pubblicato dalla sempre gradevole label statunitense Double Double Whammy.
La musicista ora di stanza a Los Angeles lo ha prodotto insieme al fratello Tommy Read nel suo studio a Silsbee, Texas, ma lo ha dovuto registrare per ben tre volte nel corso di un anno prima che decidesse che fosse pronto.
Il nuovo disco si addentra in temi come l’identità , le trasformazioni, le amicizie, ma ““ come sempre ““ la Read, qualsiasi argomento tocchi, lo fa con la gentilezza che la contraddistingue, cercando sempre di essere empatica verso il mondo esterno.
Lo stile musicale, invece, subisce più di una variazione: infatti qui non siamo più davanti a un folk semplice disegnato con pochi elementi. Pur rimanendo sempre molto emozionale, la musica di Lomelda vede interessanti aggiunte: “Wonder”, per esempio, con quei suoi potenti riff, ci ricorda Alex G, mentre i vocals rimangono sempre gentili ed educati.
La strumentale e cupa “Both Mode” sembra aver preso più di qualcosa dai Melvins e la sua chitarra ha quella stessa energia e cattiveria (se ci permettete di usare questo termine per Hannah) della sei corde di King Buzzo.
“Stranger Sat By Me” è malinconica e lieve, ma ci sorprende con l’uso di synth e drum-machine, oltre che di un delicato piano, mentre l’iniziale “Kisses”, dalle influenze country-folk, rilascia tutta la leggerezza di cui la Read è capace.
“Hannah” è un album sincero che, a livello strumentale, bilancia bene il suo passato e il suo presente, ricco di gradite novità e ancora una volta mette in mostra il lato poetico di Lomelda, che non sembra mancarle mai.
Photo Credit: Tonje Thilesen