Sono tre e mezzo gli anni passati dall’uscita del loro quarto LP, “Snowdonia” ““ nel maggio del 2016 il cancro aveva portato via il chitarrista e membro fondatore Thomas Fekete ““ e poi è arrivata la pandemia che ha fatto rinviare ai Surfer Blood la pubblicazione di questo nuovo lavoro per ben due volte (prima a maggio e poi a luglio): “Carefree Theatre” è finalmente qui tra noi e questo è già un segnale importante, ma ora è arrivato il momento di ascoltarlo e di scrivere qualche riga di commento.
Questo nuovo album, che segna il ritorno alla Kanine Records, che dieci anni fa aveva realizzato il loro debutto “Astro Coast”, è stato scritto e registrato nel sud della Florida ed è il primo da quando il frontman e chitarrista John Paul Pitts è tornato ad abitare nel suo stato di origine.
“Karen” ci regala la prima dose di energia con le sue chitarre pulsanti e il suo drumming che detta i tempi, mentre ci godiamo le ottime melodie dei Surfer Blood.
Il primo singolo, “Parkland (Into The Silence)” vuole essere un tributo alle vittime di una sparatoria in una high school in Florida, ma nonostante la malinconia delle sue tematiche, il suono delle sue sei corde cerca di rimanere positivo.
“Unconditional”, che parla di una relazione sentimentale finita male, non nasconde la sua malinconia, ma i suoi toni indie-pop rimangono comunque molto piacevoli, mentre “Summer Trope” trova nel suo coro una preziosa perfezione melodica.
Pur rimanendo in confini sonori già noti al gruppo statunitense, “Carefree Theatre” risulta essere un album indie-pop solido e gradevole con ottime melodie accompagnate da testi dolci-amari e più riflessivi del solito: nessuno pretende che i Surfer Blood cambino la storia della musica, ma il loro sound continua a piacerci e a deliziare le nostre orecchie.
Photo Credit: Zak Bennett