La creatività di Thurston Moore non accenna a diminuire e l’ex Sonic Youth si divide tranquillamente tra collaborazioni, progetti paralleli (“Spirit Counsel” con il Thurston Moore Group uscito l’anno scorso qui la recensione) singoli estemporanei e una carriera solista che si arricchisce di un nuovo capitolo. Fonte d’ispirazione primaria Albert Ayler e la libertà del free jazz, ritmi basati sull’improvvisazione capaci di scardinare schemi musicali e restrizioni.
Una mentalità che Mr. Moore ben conosce e che ha spesso applicato, fin dalle prime sperimentazioni al fianco di Glenn Branca. Accompagnato da Deb Googe (My Bloody Valentine e già al suo fianco nel Thurston Moore Group) Jon Leidecker (Negativland) James Sedwards e ben due batteristi (Steve Shelley, Jem Doulton) s’inoltra in territori meno noise e più melodici del solito tra Rimbaud, surrealismo e ribellione.
Chitarre avvolgenti e ipnotiche, batteria incalzante, migliori i momenti in cui emerge una grintosa distorsione (“Cantaloupe” o alcune parti di”Locomotives” e “They Believe In Love ( When They Look At You)” ad esempio) ma non vanno sottovalutati brani apparentemente tranquilli come “Breath” che dopo una lunga introduzione prende velocità in un arrangiamento familiare nei toni suonato con ovvia maestria. La cangiante “Siren” rappresenta insieme alla strumentale “Venus” il lato femminile del disco, è stata scritta in Italia guardando il mare di Vasto e mostra il Moore più romantico.
“By The Fire” è meno fiammeggiante di quanto promesso dal titolo. Ben arrangiato ma privo della prodezza che risolve la partita, quella che lo renderebbe un disco memorabile. Il piglio di un singolo come “Mx Liberty” del 2018 per dire, col testo curato da Radieux Radio (pseudonimo di Eva Prinz compagna di Moore) presente anche in sei di questi brani. Un buon album, nella media del Thurston solista, che dal vivo potrebbe ovviamente avere un passo e una resa ben diversi.
Credit foto: Vera Marmelo