C’è ancora chi al giorno d’oggi ha voglia di misurarsi con la musica senza badare agli schemi imposti da algoritmi e like, ritocchi e social, cercando di guardare alla tecnologia in modo creativo come spunto non come condanna. Un pensiero che viene in mente ascoltando “Questo è un uomo, questo è un palazzo” nuovo lavoro dei lombardi MasCara dopo “L’amore e la filosofia”, “Tutti usciamo di casa” e “Lupi”.

Undici brani che raccontano la storia di Eliza e del suo tentativo di recuperare la memoria di una persona amata attraverso il Golden Record, rivoluzionario sistema creato dalla multinazionale Motherboard.sys che consente di scandagliare il web mettendo insieme messaggi, foto, video fino a ricomporre le sembianze umane di chi si credeva perduto. Un concept album che esalta il lato narrativo ma non trascura quello musicale, provando a sondare territori diversi e spesso opposti tra elettro pop, pop raffinato, distorsione, blues, i fiati del Milano Saxophone Quartet.

Ogni brano ha un tema specifico approfondito in testi, musica e immagini con momenti di grande sperimentazione che non rinunciano alla melodia e altri più intensi in cui le parole (a volte provocatorie) graffiano a sangue e gli arrangiamenti diventano più lineari. Notevole anche lo sforzo di sintesi fatto da Lucantonio Fusaro, Claudio Piperissa, Marco Piscitiello e Nicholas Negri capaci di limare, sfrondare, ridurre un racconto corposo a questi trentanove minuti che si misurano con temi che possono appassionare o meno ma che in Italia pochi hanno cercato di sviluppare.

Riescono a rendere semplice il complesso i MasCara, restando emotivamente lucidi fino alle ultime note. E’ un disco sfaccettato, imperfetto, moderno quello che cesellano creando un mondo estremo e familiare, multiforme e multimediale (inclusi contenuti inediti disponibili sul sito ufficiale) che naviga tra i codici di “Matrix” e “Black Mirror”, anime, sci ““ fi e fantascienza senza rinunciare al lato umano.

Credit foto: Clarissa Ceci