Potranno anche non starci simpatici i francesi, ma hanno coniato quel termine favoloso che è “Esprit de l’escalier“, per indicare le frasi e la risposta giusta ed efficace che arrivano, purtroppo, nel momento sbagliato, quando si è ormai “sulla scala“, cioè quando è troppo tardi per controbattere a un argomento o per introdurre un discorso nel modo adeguato. Il titolo del nuovo album di Stefano De Stefano mi ha riportato a quell’espressione.
Quelle parole che non sono state pronunciate, hanno in realtà un peso e una valenza incredibile. Sanno far rammaricare e ci fanno arrabbiare, perchè, seppur corrette, sono arrivate tardi, ma nello stesso tempo, ci danno un filo di speranza, una possibilità per la prossima volta, un qualcosa a cui aggrapparci. L’eco di queste frasi rimbomba nella nostra testa, così come nell’ area circostante, lascia un segno indelebile, che ci accompagna.
An Early Bird cattura la sostanza di quell’eco, ne imprigiona i riverberi, le sensazioni, le emozioni e le rende musica, alla sua maniera ovviamente, con la sua sensibilità alt-folk sognante (con momenti in cui si va a riesumare alcuni spunti del buon vecchio new acoustic-movement a tratti), abbassando i toni e smorzando il pulsare nelle nostre tempie che quel riverbero potrebbe provocarci. I toni alti, a dire il vero, non sono mai stati nell’indole dell’artista, ma la struttura delicata, deliziosamente pop e in punta di piedi delle sue composizioni non tragga in inganno, quelle parole non pronunciate trovano la loro via e De Stefano indica che se non sarà nella nostra testa, beh, sarà comunque nel cuore che si propagheranno.
L’intimismo acustico del nostro trova il perfetto sostegno di arrangiamenti sempre misurati, con qualche lieve accenno elettronico: tutto strutturato al meglio per valorizzare melodie senza tempo e ritornelli che non scivolano mai innocui. Se devo trovare un corrispettivo straniero, beh, non posso che pensare al magnifico lavoro che Owen sta portando avanti da anni. Non saremo ancora a quelle vette di intensità , ma la strada imboccata da Stefano è davvero quella giusta.