John Lydon ha detto che voterà per Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali americane perchè ritiene che Joe Biden sia “incapace” di guidare l’America. In una nuova intervista, il frontman dei Sex Pistols e dei Public Image Ltd ha mostrato chiara empatia con il presidente degli Stati Uniti, perchè anche lui è stato definito razzista.
Lydon, che in precedenza aveva sostenuto Barack Obama e Hillary Clinton, ha detto di sostenere Trump per motivi prettamente economici: “Sarei sciocco a non farlo“, ha detto a The Observer. “E’ l’unica scelta sensata ora che Biden si dimostra incapace di essere l’uomo al timone“.
Secondo l’articolo, Lydon ha iniziato a sostenere il presidente degli Stati Uniti dopo che Trump è stato accusato di razzismo. “Sono stato accusato della stessa cosa, quindi sono offeso per chiunque venga chiamato così“, ha spiegato.
Nel 2008, Lydon e il suo entourage sono stati coinvolti in un alterco dietro le quinte con Kele Okereke, dopo che il frontman del Bloc Party aveva chiesto a Lydon, al festival spagnolo Summercase, se avesse mai preso in considerazione di riformare i Public Image Ltd. è stato affermato che Lydon rispose con un tono razzista che includeva l’affermazione: “Il tuo problema è la tua attitudine nera“, seguita da quello che Okereke ha definito un “attacco razzista non provocato” che lo ha portato a subire gravi contusioni sul viso, tagli sul viso e sul corpo e un labbro spaccato. In seguito si è riferito a Lydon come “il diavolo“.
Yannis Philippakis e Ricky Wilson dei Kaiser Chiefs erano presenti durante l’incidente e si dice che siano intervenuti per aiutare Okereke. Era presente anche Stuart Braithwaite dei Mogwai, che, in un nuovo tweet, ha risposto agli ultimi commenti di Lydon.
John Lydon’s entourage attacked @keleokereke and used racist language. We were there. That he uses that incident as his reason to support Trump is extremely telling. What a disappointing man. https://t.co/P1g7U9tiph
“” stuart braithwaite (@plasmatron) October 11, 2020
“L’entourage di John Lydon ha attaccato Kele e ha usato un linguaggio razzista“, ha scritto Braithwaite. “Noi eravamo lì. Il fatto che usi quell’incidente come motivo per sostenere Trump è estremamente eloquente. Che uomo deludente“. Lydon, all’epoca, negò le accuse, sostenendo che i guai non erano nati da lui. Aggiunse che era nel bel mezzo di un “meraviglioso tour” e che il suo pubblico era composto da “tutte le età , tutte le razze, i credo e i colori“. Concludeva dicendo a Okereke di “crescere e imparare a essere un vero uomo“.
Nella sua chiacchierata con The Observer, Lydon si è detto “scioccato” per essere stato definito razzista: ha aggiunto di aver sostenuto Rock Against Racism, di come il suo primo libro di memorie si chiamava ‘No Irish, No Blacks, No Dogs’, di aver sostenuto il roots reggae e lavorato con Afrika Bambaataa.
Photo: ΣπάÏτακος / CC BY-SA