Per parlare dei Cast bisogna fare un passo indietro e citare i La’s, la creatura musicale di Lee Mavers. John Power in quella formazione è umile gregario, eppure è uno che impara in fretta, ha talento per melodie e con lo studio dei classici sta messo abbastanza bene. Ecco che allo sbandamento di quella formazione il nostro sorridente John prende in mano la situazione e fonda i Cast: stavolta a suonare la chitarra e a cantare ci penserà lui. L’avventura inizia nel 1993 e tutto davvero andrà per il meglio. Il Britpop è una parola sempre più ricorrente, la stampa inglese accende i riflettori su un sacco di band e un po’ tutti beneficiano della cosa.
I Cast mettono subito le cose in chiaro. La strada l’hanno già tracciata i La’s e loro seguiranno con piacere quella deliziosa via maestra. John Power non si nasconde dietro a un dito e mette chiaramente in mostra quali sono le sue influenze, che vanno a pescare nei ’60s inglesi: tra Who, Beatles e Kinks non ci si sbaglia.
Il 16 ottobre 1995, ecco arrivare “All Change”, l’esordio di questi ragazzi di Liverpool, che segue l’onda lunga del clamore suscitato dagli Oasis per fare capolino anche in classifica con facilità : è innegabile che la scrittura di singoli immediati e travolgenti per John non è assolutamente un problema e questo aiuta non poco. Le travolgenti “Alright” e soprattutto “Fine Time” fanno il botto con il loro guitar-pop pimpante e una melodia chiarissima e travolgente. Niente che non si sia già sentito, ci mancherebbe altro, ma la freschezza e la grinta della proposta piace (anche se NME e Melody Maker, a dire il vero, non useranno grandi paroloni di affetto nel recensire il disco).
Ricordo bene una chiacchierata fatta con lo stesso John un pomeriggio di tanti anni fa a Firenze, con i Cast che facevano da supporto ai Gene. Il nostro era davvero simpatico, disponibile e nella chiacchierata traspariva spesso un sincero affetto per gli anni ’60, ma la forza dei Cast fu quella di fondere quell’amore con le pulsioni chitarristiche made in ’90, con Noel Gallagher come faro guida (l’onda lunga del famigerato “Noel Rock”). Ne uscì un disco derivativo, certo, ma ancora oggi piacevole e accattivante, che si fa risentire con gran piacere. I Cast dal vivo erano davvero una forza, trascinati da un Keith O’Neil alla batteria che era veramente esaltante, e riuscirono a prendere quel vigore e trasportarlo in studio: questo è un altro punto di forza che non possiamo non notare.
Tra le canzoni che ci piace citare impossibile non ricordare il brio acustico di “Promise Land”, “Sandstorm” che iniziava con quella chitarrona subito appiccicosa e poi naturalmente la ballatona “Walkaway”, immancabile in ogni mixtape da dedicare alla fanciulla di turno.
“All Change” resta quindi uno di quei dischi classici del genere e del periodo, che ha avuto la capacità di restare ben impresso nella memoria dei fan in virtù di influenze ben chiare e decisamente apprezzate in quel momento storico e di un frontman, tutto sommato, a “misura d’uomo” e ogni tanto anche questo fa piacere.
Data di pubblicazione: 16 ottobre 1995
Tracce: 12
Registrazione: Manor Studios, Oxfordshire, Sawmill Studios, Fowey
Durata: 60:00
Etichetta: Polydor
Produttore: John Leckie
Tracklist:
1. Alright
2. Promised Land
3. Sandstorm
4. Mankind
5. Tell It Like It Is
6. Four Walls
7. Finetime
8. Back of My Mind
9. Walkaway
10. Reflections
11. History
12. Two of a Kind (+ Instrumental hidden track)