Ho spesso associato l’ascolto di “Love” con almeno altri quattro dischi ovvero “The Crossing” dei Big Country, “Strenght” degli Alarm,  “Once Upon A Time” dei Simple Minds e “Synchronicity” dei Police, non tanto per il fatto che uscirono tutti in quegli anni (1983-1985) quanto piuttosto per l’emozione che mi suscitava l’ascolto insieme di queste pietre miliari. Mi ricordo che saltavo da un vinile all’altro per ascoltare ora “Spirit Of “’76” ora “In A Big Country” oppure “Sanctify Yourself”, insomma una goduria. Ecco, accantonato quasi del tutto l’ottimo esordio “Dreamtime” del 1984 mi sono immerso completamente in “Love”, uscito l’anno seguente, che considero, ancora oggi, uno dei migliori dischi gothic-rock mai pubblicati nonchè uno dei miei album preferiti al quale sono indissolubilmente legato per via di alcuni ricordi indelebili ad esso collegati.

Non poteva essere che l’autunno la migliore stagione per far uscire questo manifesto gotico con le atmosfere a tinte grigio scuro delle sonorità  che avvolgono le dieci tracce che a loro volta si districano per quasi un’ora in un perfetto equilibrio tra vigoria e paturnia.
L’album si presenta come una variegata esperienza pur seguendo un leitmotiv ben a fuoco che non poteva che essere introdotto da una folgorante “Nirvana” con i riff di chitarra insistenti sorretti da ambientazioni cupe e meste.

I membri dei Cult hanno trasfuso tutto il loro background darkwave nel progetto; Ian Astbury che proveniva dal new-wave dei Southern Death Cult e il biondissimo Billy Duffy dal punk-rock dei Theatre Of Hate.

Dopo “Love”, il duo britannico (coadiuvato dal bassista Jamie Stewart) si dedicò maggiormente al rock classico seventies e, infatti, “Electric” da sfoggio a chitarroni pesanti che però fu ben lontano dal successo commerciale della loro seconda fatica. Edito per la label Beggars Banquet, “Love” è ancora oggi l’album più distribuito e venduto della band con quasi due milioni e mezzo di copie e sicuramente artefici di questo successo sono state le tre hit contenute nell’album; la post-punkiana “Rain”, la ballad mascherata di blus “Revolution” e, soprattutto, la seducente e accattivante “She Sells Sanctuary”, primo singolo e probabilmente il pezzo più famoso dei Cult con Nigel Preston alla batteria, poi sostituito da Mark Brzezicki dei Big Country nel resto dei pezzi.

Non c’è un brano che si lascia preferire anche se perle come l’ipnotica “Big Neon Glitter” con il suo incedere trionfale e la struggente “Brother Wolf, Sister Moon”, quasi sette minuti che si muovono in territori aspri e oscuri a rappresentare un inno alla natura e ai pellerossa, vorrebbero dominare il long-playing.

La voce di Ian è perfetta in ogni episodio, incanta, coinvolge, attrae come nel rock ruvido della title-track che si poi fa bello duro e pesante nella bellissima “The Phoenix” con Duffy che scatena la sua chitarra in un vortice di ossessivi e ripetuti riff che conducono il brano agli acuti finali di Astbury mentre il darkwave è li dietro l’angolo e si mostra nella successiva quanto ombrosa “The Hollow Man”.

Un album fondamentale, come si dice avuto riguardo alle pietre miliari, un album che, forse, raggiunge il suo apice nella tormentata traccia di chiusura, un cantico sull’amore ma anche sulla fine della vita: “Black Angel” è un folk buio sorretto da tastiere e chitarra acustica dove luccica nella melodia la voce calda e intensa di Astbury, da pelle d’oca.

“Love” è un disco completo e suggestivo, incredibilmente maturo per un sophomore, un viaggio tra tetre ambientazioni e atmosfere rarefatte dove il perfetto equilibrio tra sonorità  dark e quelle rock si riverbera nelle note gotiche inconfondibili e senza tempo.

Data di pubblicazione: 18 ottobre 1985
Tracce: 10
Registrazione: Luglio-Agosto 1985 Inghilterra, Jacobs Studios, Farnham, England and Olympic Studios, London
Durata: 51:37
Etichetta: Beggars Banquet
Produttore: Steve Brown

Tracklist:
1. Nirvana
2. The Big Neon Glitter
3. Love
4. Brother Wolf; Sister Moon
5. Rain
6. The Phoenix
7. The Hollow Man
8. Revolution
9. She Sells Sanctuary
10. Black Angel