Se la prima linea del britpop aveva sui suoi scudi le effigie di Blur, Pulp, Oasis, Suede, le seconde linee erano popolate di band dal talento cristallino o dall’appariscente resa e presenza scenica, che ebbero modo a loro volta di prendersi buone dosi di applausi e lodi.
Alcune resistettero alla tempesta di fine anni ’90, altre no: tra questi sicuramente i Menswear, o Menswe@ar che scriver si voglia.
La band di Johnny Dean fu una sorta di vademecum su come dovesse essere un gruppo britpop del tempo: abbigliamento mod e glam, andazzo sfrontato tra eccessi e narcisismo, chitarre distorte e soniche che richiamavano gente come The Kinks, The Who e la Cool Britannia tutta, andature ritmiche più punk e tirate ora, più leggiadre e armoniose adesso con l’ausilio della chitarra acustica, orpelli che siano viole, fiati o backin’ vocals piazzati a puntino e melodie delle più popedeliche. E un hype creato ad hoc ancora prima che uscisse un solo singolo, un po’ come successe proprio ai Suede qualche anno prima.
“Nuisance” non brillava certo di originalità , e le accuse di essere semplici epigoni o direttamente di plagio (nei confronti di Wire, The Monkees e Small Faces) non si fecero attendere; ma in quella metà degli anni ’90 ancora oggi vista con grandi dosi di nostalgia il loro ricettario fu perfetto per costruirsi un degno momentum di celebrità , anche se l’album raccolse forse meno di quello ci si sarebbe potuti aspettare: dallo stesso furono estratti 5 singoli, ma nessuno riuscì a sfondare la Top 10 nella UK Chart, sebbene “Daydreamer” (forse il loro pezzo più iconico, grazie anche ad un video in bianco e nero che ebbe discreta diffusione in TV), “Stardust” e “Being Brave” trovarono piazzamenti dignitosi, con l’album che arrivò fino alla posizione numero 11 tra fine Novembre ed inizio Dicembre 1995 (ma gli album davanti a loro, controllare per credere, erano tutti lavori che strapparono ori ed argenti nella stessa graduatoria, chi prima chi poi).
Il periodo di celebrità dei Menswe@r finirà di lì a poco, la band stessa si sfalderà fino a cadere a pezzi (un secondo album, “Hay Tiempo”, uscì solo per il mercato giapponese) senza nemmeno arrivare a quel 1999 da più parti segnalato come anno limite del britpop.
Ma questa è un’altra storia.
Menswear – Nuisance
Data di Pubblicazione: 24 Ottobre 1995
Etichetta: Laurel
Tracce: 12
Durata: 48:54
Produttore: Neill King
Tracklist:
1.”125 West 3rd Street”
2.”I’ll Manage Somehow”
3.”Sleeping In”
4.”Little Miss Pinpoint Eyes”
5.”Daydreamer”
6.”Hollywood Girl”
7.”Being Brave”
8.”Around You Again”
9.”The One”
10.”Stardust”
11.”Piece of Me”
12.”Stardust (reprise)”