Si avvicina il nuovo disco di Paul McCartney registrato durante il lockdown (o “Rockdown” come lui l’ha ribattezzato) primaverile di questo strano 2020, un anno passato lontano da pubblico e palchi. “McCartney III” uscirà  l’undici dicembre e per ingannare l’attesa proviamo a ripercorrere la carriera di Sir Paul andando a ritroso nel tempo tra band, dischi solisti, duetti e collaborazioni.

10 – THE END OF THE END

2015, da “Memory Almost Full”

Tre minuti intensi, una sorta di testamento in musica. “The End Of The End” rappresenta il lato più riflessivo di un Sir Paul in vena di bilanci, sereno e consapevole della propria mortalità . Qualcuno ha visto nel titolo un riferimento alla beatlesiana “The End”.

9 ““ ENGLISH TEA

2005, da “Chaos and Creation in the Backyard”

A Paul McCartney è sempre piaciuto giocare con note e armonie. Mai avuto paura di osare anche a costo di qualche flop, controbilanciato da altrettante hit e da molti buoni album. Non viene citato spesso “Chaos and Creation” prodotto da Nigel Godrich, che inaugurava il nuovo millennio di Sir Paul all’insegna della british coolness

8 ““ ON THE WAY

1980, da “McCartney II”

Gli anni ottanta invece si erano aperti a suon di sperimentazione con il famigerato “McCartney II”. La curiosità  musicale presente da sempre nel DNA di Sir Paul lo spingeva verso sintetizzatori e nuove sonorità  in un disco che ha ancora oggi estimatori e detrattori. “On The Way” però potrebbe mettere tutti d’accordo, con la sua affascinante sintesi tra modernità  e melodia.

7 ““ SAY SAY SAY

1983, da “Pipes Of Peace”

Quando George Martin ci mette lo zampino succedono cose interessanti come in questo disco, prodotto da lui e trascinato da un singolo orecchiabile e vivace come “Say Say Say”. Seconda fase della collaborazione tra McCartney e Michael Jackson che già  avevano duettato in “The Girl Is Mine” (terza traccia di “Thriller”).

6 ““ THAT DAY IS DONE

1989, da “Flowers in the Dirt”

La collaborazione tra Sir Paul e Elvis Costello ha dato buoni frutti soprattutto nei tredici brani di “Flowers In The Dirt”. Le melodie cristalline di “That Day Is Done” testimoniano come e quanto i due s’intendessero a livello compositivo (sintonia paragonata da McCartney a quella avuta con John Lennon).

5 ““ DON’T LET IT BRING YOU DOWN

1978, da “London Town”

L’incontro con Linda Eastman ha cambiato la vita di Paul McCartney e dal sodalizio sentimental – musicale sono nati i Wings. Formazione completata da tre musicisti validissimi: Denny Laine, Henry McCullogh e Denny Seiwell. “Don’t Let It Bring You Down” cammina sul filo sottile che unisce folk, blues, pop e dimostra cosa sapevano fare Sir Paul e Laine quando componevano insieme.

4 ““ GET ON THE RIGHT THING

1973, da “Red Rose Speedway”

La trascinante e ottimista “Get On The Right Thing” è uno dei cavalli di battaglia dei Wings anche se a scriverla è stato il solo McCartney. Spina dorsale del loro album più famoso e di successo, in realtà  è nata qualche anno prima (nel 1971) per poi trovare in “Red Rose Speedway” una collocazione a dir poco perfetta.

3 ““ WINEDARK OPEN SEA

1993, da “Off the Ground”

Troppo sottovalutato “Off The Ground”, spesso lasciato da parte in favore di “Flaming Pie” (che è stato recentemente ristampato ne abbiamo parlato qui). Non sarà  il miglior disco uscito dalla penna di Sir Paul ma quando vuole sa regalare splendide ballate in bilico sul filo dei ricordi come la splendida “Winedark Open Sea”

2 ““ MAYBE I’M AMAZED

1970, da “McCartney”

Primo album solista post ““ Beatles. McCartney suona tutti gli strumenti, recupera diversi pezzi proposti ai Fab Four ma non utilizzati e regala lampi di gran classe. Impossibile non citare “Maybe I’m Amazed”. Canzone forte e fragile allo stesso tempo che ha dato a Sir Paul il coraggio di camminare con le proprie gambe esorcizzando i fantasmi del passato.

1 ““ HERE TODAY

1982, da “Tug Of War”

Paul McCartney incontra il piano di Stevie Wonder presente in diversi brani (“Ebony And Ivory”, “What’s That You’re Doing?”). Produce ancora George Martin, partecipano Carl Perkins e Ringo Starr oltre a Denny Laine dei Wings. Alta qualità  e un emozionante ricordo di John Lennon nella delicatissima “Here Today”.

BONUS TRACK #1 – I WILL

1968, da “The Beatles (White Album)”

Ballata in apparenza semplicissima, sincera, molto amata ma rimasta a lungo nascosta tra le pieghe del magnifico “White Album” dei Beatles. E’ il primo brano che Sir Paul ha dedicato alla futura moglie Linda. Ennesima prova di quanto si possa ottenere con una melodia ben costruita. Il modo di cantare sommesso ma gioioso che McCartney sfodera ha fatto decisamente scuola.

BONUS TRACK #2 – TRAVELLING LIGHT

2008, da “Electric Arguments”

L’album è dei The Fireman, duo sperimentale composto da Paul McCartney e Martin Glover dei Killing Joke. Musica elettronica spesso strumentale la loro, almeno fino a questo disco (il terzo dopo “Strawberries Oceans Ships Forest” e “Rushes”) impreziosito da testi e voce, con il timbro di Sir Paul che in “Travelling Light” tocca registri mai così bassi e carezzevoli.