Sono stati tre anni duri questi ultimi per i Cribs che, dopo l’uscita del loro album precedente, “24-7 Rock Star Shit”, si sono accorti di non essere in possesso della maggior parte dei diritti sulla propria musica: la band di Wakefield aveva quasi deciso di abbandonare le scene, ma ““ dopo aver vinto una lunga battaglia legale ““ i fratelli Jarman lo scorso anno sono volati a Los Angeles a registrare il nuovo album nello studio dei Foo Fighters, dopo aver ricevuto un invito da Dave Grohl, per cui avevano aperto proprio l’anno precedente.
Nonostante la pandemia mondiale e tutto ciò che questo ha comportato, proprio ieri il gruppo alt-rock dello Yorkshire ha realizzato il suo ottavo LP, “Night Network” e stasera i fratelli Jarman si sono trasferiti sotto gli archi del famoso Cavern Club di Liverpool per presentare il loro nuovo lavoro al mondo in live-streaming.
Certo una cosa è avere davanti i tuoi fan che cantano, ballano, saltano, sudano e ti vogliono bene, un’altra è ritrovarsi quasi soli all’interno di una stanza, per quanto storica, pur sapendo di aver migliaia di persone che ti stanno guardando dietro lo schermo di un telefono, di un computer o di un tablet.
In ogni caso i Cribs sono contenti di ritornare su un palco dopo quasi tre anni ““ una pausa così lunga non l’avevano mai presa nella loro carriera: nonostante tutto stasera la voglia di essere positivi sembra pervadere giustamente le menti di Ryan, Gary e Ross.
Si parte pochi minuti dopo le nove e a dare il via a questi settantacinque minuti di live-show è proprio una nuova canzone, il recente singolo “Running Into You”, una delle pochissime tracce energiche del loro disco più recente: arriva infatti subito la prima botta di adrenalina con la rumorosa chitarra di Ryan che si fa notare immediatamente, mentre il fratello Ross picchia duro sin da subito sul suo drumkit. Difficile resistere alle ottime melodie garage-punk della band di Wakefield!
I Jarman spingono ancora di più sull’acceleratore con la successiva “Mirror Kissers”, un classico della loro discografia e dei loro live, estratta dal loro sophomore “The New Fellas”: anche dietro al piccolo schermo del nostro cellulare è difficile non respirare l’adrenalina che scorre subito nella storica venue di Liverpool, mentre ascoltiamo i fantastici cori creati dai Cribs.
“Men’s Needs” è un altro frenetico attacco frontale, in cui la sei corde di Ryan sembra difficile da arrestare; decisamente più rilassata, invece, la nuova “Never Thought I’d Feel Again” con venature più pop, le sue belle armonie iniziali e il frequente uso del falsetto da parte di Gary nei cori, anche se l’energia non viene a mancare.
Dopo quindici anni torna in una setlist del gruppo di Wakefield anche “Things You Should Be Knowing” dal loro omonimo primo album: dall’atmosfera più maliconica, ma assolutamente aggressiva e intensa, come dimostra Ross, che si arrampica sul suo drumkit per suonare.
Dall’anima più poppy e dal ritornello catchy, “I’ve Tried Everything” rimane comunque adrenalinica con la chitarra fuzzy di Ryan che recita la parte del leone.
Siamo giunti circa alla metà del concerto e i Cribs decidono di prendersi “una pausa”, rallentando il ritmo con una doppietta più riflessiva formata dalla malinconica “It Was Only Love” e dalla romantica “Shoot The Poets”, in cui il chitarrista impugna per la prima e unica volta nella serata la sua sei corde acustica.
Il trio inglese preferisce nonostante tutto mantenere questo clima meditativo anche con la nuova “Screaming In Suburbia”, in cui i gemelli Gary e Ryan si continuano a scambiare i main vocals, mentre i loro cori pop risultano essere davvero gustosi.
Si torna a picchiare con “Uptight”, in cui è il rumoroso basso di Gary a farsi apprezzare insieme alle ottime sensazioni melodiche, seguita da una “I’m A Realist” incredibilmente adrenalinica, in particolare grazie al drumming inarrestabile di Ross.
Ancora soft l’atmosfera in “I Don’t Know Who I Am”, il quarto e ultimo estratto questa sera dal nuovissimo “Night Network”: qui i fratelli Jarman diventano malinconici e hanno senza dubbio aggiunto un tocco pop e più raffinato al loro comunque rumoroso sound.
E’ poi la volta di “Come On Be A No One”, uno dei brani più sporchi, punk e cattivi della discografia dei Jarman, non a caso registrato insieme a Steve Albini, prima che “Broken Arrow” chiuda la serata abbassando decisamente il ritmo ancora una volta.
Un concerto emotivo sotto parecchi punti di vista, quello di stasera è stato un gradito ritorno e una specie di rinascita per i fratelli Jarman: sebbene, come avevano già detto nella live-chat su Instagram di ieri sera, abbiamo suonato anche alcuni brani meno conosciuti della loro ormai larga discografia, l’impatto della loro musica è stato ancora una volta importante e li (e ci) ha fatti sentire ancora una volta vivi e importanti. Non vediamo l’ora di vederli dal vivo, magari (pandemia permettendo) il prossimo giugno nel Regno Unito per festeggiare tutti insieme l’inizio di questa loro “seconda” vita!