Tra le tante cose che questo triste e strano 2020 ci ha lasciato in dote troviamo sicuramente l’omonimo album d’esordio dei Muzz, uscito a giugno via Matador Records.
Alla nuova band composta da Paul Banks, frontman degli Interpol, dal produttore e multistrumentalista Josh Kaufman (componente dei Bonny Light Horseman) e dal batterista Matt Barrick, che abbiamo conosciuto negli Walkmen e nei Fleet Foxes, il talento non manca così come l’interesse intorno al loro gruppo.
Come tutti saprete purtroppo la pandemia ha costretto tutti gli artisti a un lungo stop dalla musica dal vivo e quindi fino a oggi Banks e compagni non avevano ancora avuto l’occasione di presentare questo loro nuovo progetto dal vivo: stasera finalmente potremo vedere la band statunitense esibirsi in un concerto registrato nei giorni scorsi al Reade’s Theater di Kingston, New York.
I tre titolari del progetto sono accompagnati dall’ottimo Stuart Bogie (tastiere, fiati), già con loro anche sul disco, e da Annie Nero (basso, backing vocals): è il folk di “Evergreen” ad aprire la serata e sono subito emozioni. La linea di basso sempre presente, ma mai invasiva della Nero, il drumming gentile di Barrick, le tastiere e il flauto elegante di Bogie costruiscono atmosfere dai toni cinematografici molto calde ed eleganti, seppur cupe. Un brano sincero che sa trasmettere le sue emozioni in maniera graduale e decisamente bella.
A livello emotivo non è certo seconda a nessuno la successiva “Red Western Sky”, in cui la voce di Banks sembra voler curare le nostre anime con gentilezza, supportata dal piano e da incursioni di sax assolutamente di valore, mentre si nota subito anche il prezioso lavoro di Annie ai backing vocals.
Segue “Bad Feeling”, opening-track del loro primo full-length, e sono ancora colpi al cuore per l’intimità della canzone e per la classe pura dei musicisti con gli assoli del sax di Bogie che sono delle piccole gemme che toccano nel profondo.
Impossibile non notare la passione dei vocals di Paul in “Knuckleduster”, evidenziata anche da una maggiore intensità della batteria, mentre il frontman passa alla chitarra acustica per “Summer Love”, un altro pezzo riflessivo, molto raccolto e dai ritmi decisamente bassi.
Poi nella gentile “Patchouli”, dalle leggere venature psichedeliche, la sei corde acustica di Banks viene supportata da un piacevole piano e dall’eleganza del sax prima e di un meraviglioso flauto poi.
Paul passa in seguito al piano per “Chubby Cheker” dai toni piuttosto oscuri, in cui possiamo godere del prezioso lavoro alla chitarra del sempre bravissimo Kaufman: certi piccoli e cupi dettagli ci fanno ricordare che l’influenza degli Interpol non è cancellata in questo progetto.
“All Is Dead To Me” chiude il set con malinconia ed eleganza e, mentre gli espressivi vocals di Banks ci regalano sensazioni gentili, il leggero tocco della sezione ritmica non va a sovrapporsi ai virtuosismi di Josh e al suono dell’organo.
Nessuna cover dall’imminente EP in uscita la prossima settimana e nessun encore, invece, ma stasera i Muzz, al loro debutto su un palco, ci hanno convinto, confermando la loro già nota classe, ma soprattutto dimostrando di essere capaci di colpirci sotto il punto di vista emotivo e questo non ci sembrava affatto scontato. Non ci resta che aspettare di poterli vedere in qualche concerto qui in Italia, ma, intanto che la crisi sanitaria mondiale è ancora in corso, prendiamoci questo live-show in streaming per far iniziare bene il nostro weekend.