A cura di Gianni Gardon e Alessandro Tartarino
Il 4 dicembre è uscito “Odin’s Raven Magic”, nuovo album – di stampo orchestrale – dei Sigur Rós che affonda le sue radici nella letteratura medievale della loro terra, la magica Islanda. Si tratta di un’opera che i Nostri avevano già portato in scena una prima volta nell’ormai lontano 2002 (esattamente il 24 maggio) al Reykjavàk Arts Festival e che finalmente quindi dopo tanti anni avrà uno sbocco discografico.
Visto che in redazione l’amore per questa straordinaria band è condiviso, si è pensato stavolta di scrivere a quattro mani la nuova puntata della nostra consueta rubrica.
Ecco quindi di seguito la Top 10 brani dei Sigur Ros
10 MYRKUR
1997, da Von
Le chitarre di questo brano sembrano accompagnare dei passi in un sentiero dalle sembianze fiabesche; un ripetuto logorio dell’atmosfera conduce in territori space-ambient-rock rinfrancanti che lasciano senza fiato. Dal primo album dei Maestri d’Islanda.
9 GOBBLEDIGOOK
2008, da Meà° suà° à eyrum vià° spilum endalaustâ
Se con il precedente “Takk…” gli islandesi avevano mostrato una parvenza di accessibilità (per quanto non immediata), nel nuovo album decisero di guardare oltre, perlustrando territori musicali differenti. Il risultato è brillante sin dal brano iniziale (uscito anche come singolo), in cui insospettabilmente irrobustiscono il sound, creando un vorticoso mantra dai sapori tribali sorretto da tanta solarità e da un muro di percussioni.
8 VIàRAR VEL TIL LOFTàRàSA
1999, da Ágætis byrjun
Una canzone magnifica che, dipanandosi lungo un sentiero colorato di oltre sette minuti, ci rivela diversi tratti di una musicalità sempre più a fuoco (e che diverrà paradigma per la band dagli anni a seguire): il crescendo emotivo dell’interpretazione di Jónsi viaggia di pari passo con il tessuto sonoro che, pervaso dalle toccanti note del pianoforte, sale di intensità con l’inserimento di una struggente sezione d’archi. Nota di merito va al videoclip che ne suggella ogni parte, caratterizzandola al meglio (per parlare dell’importanza e della bellezza delle loro immagini, tuttavia, occorrerebbe un articolo a parte).
7 Gà“àAN DAGINN
2008, da Með suð í eyrum við spilum endalaust
Un buon giorno a tinte folkeggianti che si muove su variopinte trame bucoliche ricche di speranzosi idilli primaverili su un tappeto di granelli estivi: “Ti auguro che ci sia il sole al termine di un giorno d’estate”. Love & Peace.
6 HOPPIPOLLA
2005, da Takk
Intro di piano pacificatorio ma di una intensità tale da poter fermare tempo e spazio per concedersi al trionfo romantico di archi che hanno l’ufficio di sorreggere il vibrante refrain intriso dell’ammaliante falsetto di Jonsi. Spettacolare e sublime.
5 UNTITLED 1
2002, da ( )
Si era fatta trepidante l’attesa per l’uscita dell’album “fra parentesi” dei Sigur Ros, dopo le prime folgoranti tappe discografiche e bastarono i primissimi malinconici, oscuri, notturni, accenni di questo brano d’apertura a delineare il mood di un’intera opera, inchiodando all’ascolto. Anche in questo caso i quattro islandesi furono in grado di condensare in forma canzone tanti stati d’animo, creando un’atmosfera mesta ma grandiosa allo stesso tempo.
4 SVEFN-G-ENGLAR
1999, da Ágætis byrjun
E’ il brano con cui il gruppo uscì allo scoperto, in punta di piedi ma riuscendo al contempo a emanare un fascio di luce accecante. Pura magia sonora! E contorni di magia se ne riscontrano eccome pure nel video, onirico e commovente.
3 GONG
2005, da Takk
Fratello maggiore di “Myrkur” contenuto in “Von” e nelle fondamenta di questa top. Il brano rincorre la chitarra mentre il ritmo incalzante scandito dalle pelli non nasconde la sua ansia ed inquietudine laddove le corde vocali di Jonsi si fanno strada in un maestoso ed intricato sound a mezza via tra new wave e post-punk.
2 UNTITLED 4
2002, da ( )
Una delle più belle melodie presenti nell’universo musicale, una commovente e catartica suggestione che malinconicamente battezza anime smarrite riportandole a contemplare la mistica bellezza. Semplici note che tuttavia devono sorreggere il peso della magnificenza.
Inserita nell’OST del film del 2001 “Vanilla Sky” (insieme ad “Svefn g englar” e “Agaetis byrjun”) di Cameron Crowe.
1 ANDVARI
2005, da Takk
A suggellare un album di rara bellezza, e a strappare il primo posto della nostra graduatoria in mezzo ad altre straordinarie contendenti, è una di quelle canzoni in grado con la sua grazia eterea di fungere da autentica ancora di salvezza. “Andvari” ti culla e ti protegge con le sue note sospese e ammalianti e il calore degli archi che incorniciano la dolce melodia. In un romantico climax, l’atmosfera si fa poi struggente grazie all’appassionato canto di Jonsi. Un capolavoro!