Le strade di Boris e Merzbow tornano a incrociarsi per l’ottava volta in “2R0I2P0”, nuovo capitolo di una lunga e fruttuosa collaborazione tutta basata sulla comune passione per il rumore inteso nella sua forma più selvaggiamente stratificata. Se avete intenzione di mettervi all’ascolto, mi permetto di darvi un piccolo avvertimento: quello che avete tra le mani è un album di puro caos sonoro che la pandemia, stando al comunicato stampa che ne accompagna l’uscita, ha trasformato in un requiem per un’era in dissoluzione.
Dietro un titolo alquanto criptico si cela una minuscola speranza da decodificare: 2020 RIP. Il mondo intero non vede l’ora di dire addio a un anno terrificante, probabilmente uno dei peggiori nella storia moderna dell’umanità . L’epitaffio a lui dedicato dal trio di Tokyo e dall’incontenibile Masami Akita suona confuso, denso e impenetrabile, proprio come questi mesi dominati da un incubo che si trascinerà per chissà ancora quanto tempo. Un collage indistinto di chitarre ruggenti, elettronica sfrigolante e feedback assordanti che, per quanto assurdo possa sembrare, i nostri intendono come un punto di partenza per un futuro colmo di speranze.
Il genio giapponese del noise devasta e rielabora dieci tracce già note dei Boris ““ la maggior parte delle quali tratte dal recente “LφVE & EVφL” ““ soffocandole sotto quintali di dissonanze ed effetti indecifrabili. Quello di Merzbow, come ebbe modo di dire Paolo Bandera nel suo “Manuale di cultura industriale”, è un suono paragonabile a una valanga che travolge e sommerge i sensi; un fiume di lava artificiale che invade tutto lo spazio acustico e, nel caso di “2R0I2P0”, schiaccia con il peso di un’elettronica astratta e dalle grigie tinte industrial il carico “metallico” di doom, sludge, drone e shoegaze portato in dote dalla band di Wata, Takeshi e Atsuo.
Cos’è quindi che nasce, vi chiederete voi, da questo ennesimo incontro di fragorose menti? Un coacervo di musiche heavy, rumori atroci e suoni improbabili della durata di settantasette minuti, nel quale non sempre i diversi stili degli interpreti coinvolti sembrano andare a nozze. Poca coesione ma tanta intensità per un’esperienza che, in base al proprio stato d’animo, può rivelarsi o intrigante o assolutamente insopportabile. Un faticoso colpo fatale a questo orrendo 2020.