Inizio questa piccola rassegna di pensieri su questo grazioso film con una confessione shock: non ho mai letto il libro della Alcott e non ho mai visto nessun altro dei suoi adattamenti cinematografici.
Non posso quindi produrmi nell’esercizio praticato da pressappoco tutti i recensori delle numerose recensioni a riguardo che ho letto, ossia pesare quanto il film della Gerwig sia fedele nei confronti del romanzo o quanto sia più femminista della versione di non so chi e non so quando.
Dal mio punto di vista, diciamo così vergine, il film è sembrato molto riuscito. Certamente i costumi d’epoca e la ricostruzione storica sono molto buoni, così come la storia (con la quale, leggo, la regista ha giocherellato non poco in sede di sceneggiatura), così classica che ti sembra di conoscerla anche se (come nel mio caso) non la conosci, ma quello che fa davvero fare il salto di qualità al film sono il calore delle interpretazioni, davvero tenere e vibranti delle 4 sorelline, e l’energia, l’entusiasmo e le giovani passioni che la Gerwig è riuscita a intrappolare in gran parte delle sequenze del film.