I Juliana Theory (ora composti solo da Brett Detar e Josh Fielder) sono tornati con il brano “Better Now”, il secondo nuovo brano della band, che si rivede in pista dopo 15 anni di pausa dal fare musica insieme in studio.
“Ultimamente ho avuto un certo numero di persone a me care che stavano passando un brutto periodo di dipendenza o tempi particolarmente difficili. Una sera, non molto tempo fa, un amico a cui tengo molto e che ha sofferto parecchio è venuto nel mio piccolo studio musicale“, dice Detar, “Anche se non abbiamo parlato molto, non importava. Sapevo che stavano soffrendo molto e sono rimasto particolarmente colpito dalla sensazione che mi è venuta con pochi sguardi. Se è vero che gli occhi sono la finestra dell’anima, allora quello che ho visto attraverso quella finestra è stata una tempesta turbolenta che ha lasciato il segno. Lo sguardo di dolore che ho visto ha risuonato in me per tutta la notte e quando mi sono svegliato la mattina dopo era ancora altrettanto risonante. Non sono sempre il migliore nel dire le cose nel modo giusto. Volevo incoraggiare il mio amico, ma forse avevo troppa paura di essere abbastanza vulnerabile nel dire quello che provavo. Così quando mi sono svegliato ho scritto questo, le parole che avrei voluto dire al mio amico la sera prima: parole di speranza. La verità è che avevo bisogno di dire molte di queste parole a me stesso, perchè il 2020 mi ha procurato un livello di depressione e di ansia che non avevo mai provato prima. Better Now è una canzone che parla di ciò che viene dopo il fondo. Va bene avere bisogno di aiuto. Va bene chiedere aiuto. Ci sta sentirsi senza speranza. Probabilmente non succederà da un giorno all’altro, ma sappiate che le cose andranno meglio. Aspettate. Non pronunciare la parola mi arrendo“.
“Better Now” segue l’uscita di “Can’t Go Home“, che ha segnato la prima nuova canzone della band in oltre 15 anni.
Sicuramente i fan di vecchia data si troveranno spiazzati rispetto a un deciso cambio di sound della band che, riscontrabile soprattutto in un brano come “Can’t Go Home”, che li avvicina più alle cose degli ultimi Fall Out Boy che all’indie-emo-rock del passato.