Nei giorni successivi agli ormai celebri scontri di Capitol Hill aveva fatto un certo clamore la notizia che raccontava di Ariel Rosenberg, meglio conosciuto come Ariel Pink, presente alla marcia di protesta tenutasi a Washington in supporto a Donald Trump.
Allo sdegno di gran parte della scena musicale si erano aggiunte le misure ‘punitivie’ della sua etichetta, la Mexican Summer, decisa a troncare in via immediata qualsiasi rapporto con l’artista. Come se non bastasse, casualmente, nei giorni scorsi sono emersi su molte webzine musicali i carteggi del processo che vedono il cantante citato in giudizio per abusi fisici e psicologici dalla sua ex-ragazza e ex-membro della sua band Charlotte Ercoli Coe.
Ieri sera un Ariel Pink visibilmente provato e con lacrime agli occhi è tornato sull’intera vicenda intervistato dal giornalista Tucker Carlson sull’emittente americana Fox News.
L’artsita ha così giustificato la scelta di apparire in televisione:
Si tratta di cancel culture. Non ho idea di cosa fare, la mia carriera è distrutta. Non mi rimaneva altro da fare. Non posso permettermi un avvocato in questo momento… la mia famiglia è stata minacciata di morte. Gli haters mi stanno schiacciando.
Interrogato da Carlson sul motivo di questi atteggiamenti nei suoi confronti Ariel Pink non ha usato giri di parole:
Pare che la gente voglia tirarmi giù proprio come ha fatto con Trump.
Ti riconosci nel paese in cui vivi? chiede infine Carlson
Affatto. Sono terrorizzato. Ho votato contro tutto questo. Ho votato più contro il ‘cancel culture’ che a favore di Trump. Questo ambiente brucia da almeno 4 anni e sarà sempre peggio.
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